Un futuro in cui l’energia è pulita, abbondante e sostenibile potrebbe diventare realtà grazie a una startup emergente nel settore della fusione nucleare: Commonwealth Fusion Systems. Fondata nel 2018 in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology, l’azienda ha già raccolto quasi 3 miliardi di dollari, superando ogni altra startup del settore. Ha attirato l’attenzione di grandi nomi, tra cui Google e Bill Gates, segnando l’inizio di un’avventura verso un’energia rivoluzionaria.
1. La fusione nucleare: la chiave per un futuro sostenibile
La fusione nucleare rappresenta una delle soluzioni più promettenti per affrontare la crisi energetica globale. A differenza della fissione, che comporta la rottura di atomi pesanti, la fusione si basa sull’unione di atomi leggeri, come il deuterio e il trizio, due isotopi dell’idrogeno.
Questo processo genera enormi quantità di energia senza le emissioni nocive associate ai combustibili fossili. Il segreto risiede nei tokamak, macchine progettate per creare campi magnetici sufficientemente potenti da trattenere il plasma, una materia ad altissima temperatura. Maggiore è il tempo di stabilizzazione del plasma, maggiore è l’energia prodotta.
Commonwealth Fusion Systems prevede di raggiungere un guadagno energetico netto con il suo reattore Sparc entro il 2027. Bob Mumgaard, co-fondatore e CEO dell’azienda, ha dichiarato che il design di Sparc si basa su tecnologie consolidate, integrate con innovazioni significative. Tra queste, l’uso di magneti ad alto campo rende i tokamak più compatti e meno costosi, accelerando il progresso verso una centrale elettrica commerciale a fusione, la Arc, prevista in Virginia per il prossimo decennio.
2. Gli investimenti e le alleanze strategiche
Il successo di Commonwealth Fusion Systems è anche il risultato di alleanze strategiche e investimenti significativi. Con quasi 3 miliardi di dollari raccolti, l’azienda ha dimostrato di avere la fiducia di importanti attori nel mondo della tecnologia e della finanza. L’ultimo round di finanziamenti ha portato a ben 863 milioni di dollari, un chiaro segnale dell’incremento dell’interesse per la fusione nucleare.
Tra i sostenitori si annoverano giganti come Nvidia e il fondo Breakthrough Energy di Bill Gates, che considerano la fusione nucleare una delle soluzioni più promettenti per affrontare le sfide energetiche future. Eni, come partner strategico, riveste un ruolo cruciale nel promuovere questa rivoluzione energetica.
3. Le sfide da affrontare
Nonostante l’entusiasmo, il percorso verso un’energia basata sulla fusione presenta numerosi ostacoli. Attualmente, né Commonwealth Fusion Systems né le sue concorrenti sono riuscite a conseguire un guadagno energetico netto, traguardo fondamentale per l’avvio di una centrale commerciale. La formula Q=1 rappresenta l’obiettivo da raggiungere; sebbene siano stati compiuti progressi significativi, la strada da percorrere rimane lunga.
Un ulteriore aspetto cruciale riguarda l’approvvigionamento dei combustibili. Il deuterio può essere facilmente estratto dall’acqua di mare, mentre il trizio è più difficile da ottenere. Tuttavia, Mumgaard rassicura che i costi di approvvigionamento non costituiranno un problema, poiché le quantità necessarie per garantire il funzionamento della centrale Arc sono relativamente basse.
Infine, sebbene l’azienda nutra fiducia nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, il successo dipenderà dalla capacità di stabilizzare la reazione di fusione per periodi prolungati. La sfida è considerevole, ma le prospettive sono promettenti.
In conclusione, Commonwealth Fusion Systems è in prima linea in una corsa verso la fusione nucleare, con il potenziale di trasformare il modo in cui si produce e si utilizza energia.