Il nuovo fronte delle comunicazioni in Europa
In Europa, si sta aprendo un nuovo capitolo nel settore delle telecomunicazioni, con un acceso dibattito sulle frequenze superiori ai 6 GHz, in particolare nella banda 6,425 – 7,125 GHz. Questo tema è diventato cruciale per il futuro della connettività, poiché le decisioni che verranno prese influenzeranno profondamente sia gli operatori mobili che gli internet provider. La Commissione europea, attraverso il Gruppo per la politica dello spettro radio, è attualmente impegnata a valutare come e a chi destinare queste frequenze, un passo fondamentale per il progresso tecnologico del continente.
Le posizioni delle telco mobili
Le principali telco mobili europee, tra cui Tim, hanno espresso la loro posizione in due lettere inviate alla Commissione europea.
Queste aziende sostengono che il 5G rappresenta un pilastro fondamentale per la connettività attuale e che il futuro sviluppo del 6G è essenziale per mantenere la leadership europea nel settore delle telecomunicazioni. Alessandro Gropelli, Direttore generale di Connect Europe, ha sottolineato l’importanza di rendere disponibile la banda superiore ai 6 GHz per i servizi mobili, evidenziando che senza l’accesso a queste frequenze, l’impatto economico del settore sarà notevolmente ridotto.
Le argomentazioni degli internet provider
D’altra parte, gli internet provider e gli operatori della fibra hanno una visione differente. Sostengono che per raggiungere gli obiettivi del Digital Decade e per supportare il Digital Networks Act, sia fondamentale investire nello sviluppo del wi-fi. Giovanni Zorzoni, presidente dell’Aiip, ha evidenziato come il wi-fi 7, con capacità di oltre 10 Gbit/s, possa rappresentare una soluzione efficace per le esigenze di connettività moderne, a patto che venga garantito l’accesso alla banda dei 6 GHz.
Secondo Zorzoni, l’Europa non può permettersi di rimanere indietro rispetto ad altre nazioni che hanno già aperto queste frequenze.
Le implicazioni geopolitiche e tecnologiche
Il dibattito sulle frequenze non è solo una questione tecnica, ma ha anche forti implicazioni geopolitiche. Aprire la banda dei 6 GHz potrebbe dare un impulso significativo all’ecosistema digitale europeo, mentre un blocco potrebbe rallentare lo sviluppo delle reti fisse, che sono essenziali per servire cittadini e imprese. Le proiezioni indicano che il traffico di rete mobile continuerà a crescere, e senza l’accesso a queste frequenze, le reti mobili potrebbero raggiungere la saturazione entro la fine del decennio. È quindi fondamentale che l’Europa prenda decisioni strategiche per garantire un futuro competitivo nel panorama globale delle telecomunicazioni.