Con l’anno che si avvia verso la conclusione, il settore delle tecnologie dell’informazione si trova in una fase cruciale riguardo alle sue responsabilità ambientali. Nonostante non si siano registrati progressi tecnologici significativi per la decarbonizzazione, la sostenibilità ha fatto un importante balzo in avanti, trasformandosi da semplice differenziante strategico a un imperativo operativo e normativo che non può più essere ignorato.
Questo cambiamento, sebbene difficile, ha messo in luce la complessità dei dati, le verità della catena di approvvigionamento e l’elevato consumo energetico della moderna informatica, principalmente alimentato dalla rapida diffusione dell’intelligenza artificiale (IA).
La trasformazione della sostenibilità IT
All’inizio dell’anno, le aziende si sono avviate con obiettivi fondati su aspirazioni. Concludiamo invece l’anno sotto un mandato vincolante.
La sostenibilità informatica non è più un’iniziativa ambientale, sociale e di governance (ESG) parallela; è ora parte integrante della continuità aziendale e dei rischi geopolitici legati alla catena di fornitura. Questo cambiamento, sebbene significativo, è più il risultato di esigenze pratiche e della minaccia di responsabilità legali piuttosto che di un impegno etico condiviso.
Il nuovo dialogo sulla sostenibilità
Una delle più grandi novità dell’ultimo anno è stata l’inclusione del dialogo sulla sostenibilità all’interno del portafoglio di rischio fondamentale dei comitati esecutivi. Non si tratta di una scelta volontaria, ma di una reazione a regolamenti imminenti e alla consapevolezza che il fallimento ambientale ora comporta penalità finanziarie dirette e responsabilità a livello di consiglio. Solo un anno fa si discuteva di benefici reputazionali difficili da quantificare; oggi, il gergo è dominato da acronimi legati alla conformità obbligatoria, come CSDDD e CSRD.
Implicazioni per i CIO
Per i Chief Information Officer (CIO), questa evoluzione si traduce in due aree cruciali. In primo luogo, l’efficienza energetica viene ora vista come un costo inevitabile legato all’operatività, essenziale per il controllo delle spese in un contesto di mercati energetici globali volatili. In secondo luogo, la crescente richiesta energetica delle applicazioni AI generative ha innescato un dibattito interno su architetture di calcolo responsabili.
Giustificare gli investimenti in IA
I leader aziendali devono ora giustificare gli investimenti in IA non solo basandosi su un tradizionale ritorno sugli investimenti (ROI), ma anche attraverso un modello emergente di ritorno sul calcolo che include e contabilizza le spese di carbonio. Ciò implica che il costo ambientale dell’IT diventi un elemento integrato nel calcolo del costo totale di proprietà, invece di essere un semplice appunto.
Progressi e sfide nel 2025
Nonostante l’impegno a livello dirigenziale, il progresso rimane complesso. Le funzioni IT spesso non dispongono dell’autorità necessaria per implementare cambiamenti attraverso le varie divisioni aziendali e il budget per trasformazioni significative è ancora limitato. Tuttavia, l’anno ha portato avanti alcuni sviluppi tangibili in specifici ambiti operativi, fornendo un parziale modello per gli sforzi futuri verso il net-zero.
Decoupling della crescita cloud dalle emissioni di carbonio
Un esempio di successo è rappresentato dalla separazione della crescita del cloud dalle emissioni di carbonio. I fornitori di cloud iperscalari hanno fatto progressi significativi nell’approvvigionamento di energia rinnovabile. Le aziende stanno ora ottimizzando le operazioni fisiche e adottando tecnologie avanzate di raffreddamento, essenziali per il futuro dell’IA.
L’adozione di architetture serverless permette di staccare l’espansione rapida del cloud dall’aumento proporzionale delle emissioni.
Modello circolare IT e ingegneria del software verde
Un altro progresso significativo è rappresentato dall’emergere del modello di Managed Device-as-a-Service (MDaaS), che consente una gestione sostenibile del ciclo di vita dei dispositivi. Questo approccio ha il potenziale per ridurre drasticamente i rifiuti elettronici. Infine, l’emergere dell’ingegneria del software verde (GSE) segna un passo avanti nella misurazione del consumo energetico del codice e nell’ottimizzazione degli algoritmi.
Le sfide da affrontare nel futuro
Nonostante questi progressi, ci sono due lacune critiche che potrebbero ostacolare i percorsi verso il net-zero. La prima riguarda le emissioni di Scope 3, che rimangono difficili da misurare e ridurre in modo significativo. La maggior parte delle aziende continua a basarsi su dati aggregati, il che non è sufficiente per soddisfare le richieste di conformità normativa.
Questo cambiamento, sebbene difficile, ha messo in luce la complessità dei dati, le verità della catena di approvvigionamento e l’elevato consumo energetico della moderna informatica, principalmente alimentato dalla rapida diffusione dell’intelligenza artificiale (IA).0
Questo cambiamento, sebbene difficile, ha messo in luce la complessità dei dati, le verità della catena di approvvigionamento e l’elevato consumo energetico della moderna informatica, principalmente alimentato dalla rapida diffusione dell’intelligenza artificiale (IA).1

