Negli ultimi anni, Europol ha intrapreso un ambizioso percorso verso la creazione di un centro di informazioni criminali per l’Unione Europea, dando vita a una strategia che ha sollevato preoccupazioni riguardo alla privacy dei cittadini. La raccolta massiva di dati è vista come una forma di sorveglianza che potrebbe minacciare le libertà individuali.
Le ambizioni di Europol nel campo dei dati
Il desiderio di Europol di accedere a un vasto quantitativo di dati è palese, alimentato dalla crescente volontà di integrare l’intelligenza artificiale (IA) e il machine learning nella sua strategia operativa. Il documento strategico dell’agenzia per il periodo 2025-2026 evidenzia l’intenzione di raccogliere informazioni da database delle forze dell’ordine europee riguardanti cittadini e migranti, per poi analizzarle attraverso strumenti di IA e ML.
Un approccio controverso
La missione di Europol è diventata sempre più ambiziosa dal 2025, quando ha avviato progetti volti a sviluppare modelli automatizzati per migliorare l’efficienza della polizia in tutta Europa. Tuttavia, l’approccio segreto adottato dall’agenzia ha sollevato interrogativi significativi sui potenziali impatti sulla privacy e sul rischio di un’integrazione della tecnologia automatizzata nella polizia quotidiana senza un controllo adeguato.
Operazioni di hacking e raccolta dati
Europol ha giocato un ruolo cruciale in operazioni di hacking che hanno smantellato sistemi di comunicazione criptati come EncroChat, SkyECC e Anom. Queste operazioni hanno generato un’enorme quantità di dati, e l’agenzia non si è limitata a fungere da intermediario tra le autorità di polizia, ma ha anche copiato i dataset per analizzarli internamente.
La necessità di strumenti di IA
Con un numero impressionante di comunicazioni da analizzare, Europol ha avvertito la necessità di addestrare strumenti di IA per facilitare il lavoro degli analisti. L’obiettivo era chiaro: prevenire la fuga di criminali e salvare vite umane. Tuttavia, la fase di sviluppo dei modelli di IA è stata interrotta a causa di preoccupazioni sollevate dal Garante europeo della protezione dei dati (EDPS), che ha avviato un procedimento di consultazione.
Il dibattito sulla privacy e l’uso dell’IA
La questione della privacy è diventata centrale, specialmente con l’introduzione di algoritmi per la scansione di contenuti abusivi online. L’agenzia ha visto un’opportunità per applicare l’IA a una gamma più ampia di dati, spingendo affinché tutte le forze di polizia in Europa potessero utilizzare strumenti di IA per le indagini.
In una riunione con funzionari della Commissione Europea, è emerso chiaramente che per Europol “tutti i dati sono utili e dovrebbero essere condivisi con le forze dell’ordine”.
Collaborazione con aziende private
Un aspetto meno noto è la stretta collaborazione tra Europol e aziende private come Thorn, un’organizzazione no-profit americana specializzata nella classificazione di contenuti di abuso. Scambi di email tra Europol e Thorn rivelano che l’agenzia si è rivolta a Thorn per assistenza nello sviluppo di strumenti di IA, suscitando preoccupazioni su possibili conflitti di interesse.
Le sfide della trasparenza e della responsabilità
Nonostante le affermazioni di Europol riguardo alla supervisione e al controllo rigoroso sull’uso dei dati personali, la mancanza di trasparenza rimane un problema rilevante. L’agenzia ha frequentemente rifiutato di divulgare documenti cruciali, citando motivi di “sicurezza pubblica” e “decisioni interne” come giustificazioni per la sua reticenza. Questo comportamento ha sollevato interrogativi sulla reale responsabilità di Europol nell’attuazione delle sue strategie.
Le preoccupazioni per i diritti fondamentali
Gli esperti di diritti umani hanno messo in guardia contro i rischi associati all’uso crescente delle tecnologie digitali da parte di Europol. La figura del funzionario per i diritti fondamentali all’interno dell’agenzia, istituita per garantire che le attività di Europol rispettassero i diritti fondamentali, è stata criticata per la sua debolezza e mancanza di poteri di enforcement. È chiaro che per affrontare in modo efficace le sfide legate all’IA e alla raccolta di dati, è necessaria una revisione significativa delle pratiche di trasparenza e responsabilità.
In conclusione, il futuro di Europol come hub di informazioni criminali e il suo approccio alla sorveglianza sollevano questioni cruciali riguardo alla privacy e alla protezione dei diritti individuali. La società civile e gli organi di controllo devono rimanere vigili per garantire che l’uso dell’IA e la raccolta di dati non compromettano le libertà fondamentali in Europa.

