Recentemente, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha concluso un’indagine su Eni Plenitude, concentrandosi su un aumento delle tariffe che non era stato adeguatamente comunicato ai clienti. Questo intervento dell’AGCM è scaturito da segnalazioni di numerosi consumatori, i quali si sono trovati a dover affrontare bollette elevate senza alcun preavviso.
Il procedimento è stato avviato il 4 marzo 2025, dopo che sono emerse lamentele riguardanti la mancanza di notifiche relative alle nuove condizioni economiche. Infatti, molti clienti hanno scoperto gli aumenti solo al momento della ricezione delle fatture, quando ormai il diritto di recesso non era più esercitabile.
Le comunicazioni di Eni Plenitude
Eni Plenitude ha tentato di comunicare le modifiche alle tariffe tra e marzo 2025, utilizzando un servizio postale.
Tuttavia, le comunicazioni sono state effettivamente ricevute solo a partire da. Questo ha portato a situazioni in cui migliaia di clienti hanno subito condizioni economiche sfavorevoli senza essere stati avvisati.
Impegni e rimborsi previsti
Alla luce di quanto emerso, l’AGCM ha accettato gli impegni proposti da Eni Plenitude. In primo luogo, la società si impegnerà a modificare le modalità di comunicazione con i propri clienti, garantendo che le informazioni sulle tariffe siano chiaramente trasmesse. Inoltre, l’iter di rinnovo delle condizioni economiche sfavorevoli sarà interrotto.
In seguito a queste modifiche, i clienti riceveranno comunicazioni tramite raccomandata A/R, email e SMS. Coloro che hanno presentato un reclamo entro il quarto ciclo di fatturazione successivo all’aumento tariffario vedranno ripristinate le condizioni economiche precedenti.
Dettagli sui rimborsi
Un ulteriore aspetto significativo riguarda l’indennizzo che Eni Plenitude riconoscerà ai clienti. Questo indennizzo varierà tra il 40% e il 70% della differenza tra le nuove e le vecchie condizioni economiche. Si stima che circa 90.000-100.000 utenti beneficeranno di questo rimborso, con un totale che potrebbe oscillare tra 2 e 6 milioni di euro, sebbene i dati specifici siano stati mantenuti riservati.
I rimborsi saranno accreditati nelle fatture successive, con la prima emissione prevista entro tre mesi dall’accettazione degli impegni da parte dell’AGCM, e in ogni caso entro sei mesi. Questo dovrebbe alleviare in parte le preoccupazioni dei clienti colpiti dagli aumenti tariffari non comunicati.

