La raffineria di Eni a Porto Marghera si prepara a trasformarsi con la costruzione di un impianto alto 55 metri, dedicato alla produzione di un carburante sostenibile per l’aviazione, noto come bio jet. Questo progetto ha suscitato diverse polemiche, in particolare a causa del parere negativo espresso dal Comune di Venezia durante una conferenza di servizi.
Il dirigente dell’Urbanistica, Danilo Gerotto, ha sollevato preoccupazioni riguardo all’altezza dell’impianto, che supera i limiti stabiliti dal piano urbanistico attuale. In particolare, l’altezza massima consentita per le strutture nella zona destinata ad insediamenti produttivi è fissata a 30 metri, mentre il progetto di Eni prevede un’altezza di 54,51 metri.
Il parere favorevole del Porto
Nonostante le obiezioni dell’amministrazione comunale, l’Autorità di sistema portuale ha concluso la procedura autorizzativa, affermando la propria competenza su tali aree.
Il direttore della Pianificazione Strategica e Sviluppo, Antonio Revedin, ha sottolineato che il piano regolatore portuale è di rilevanza statale e che il parere contrario del Comune non è rilevante in questa fase.
Questa situazione evidenzia un conflitto che dura da anni tra il Comune di Venezia e le autorità portuali. Sotto la guida di Luigi Brugnaro, il Comune ha spesso opposto resistenza a progetti di sviluppo, in particolare riguardo al waterfront e ad altre aree strategiche. Tuttavia, recentemente si è avviato un processo di ripensamento e progettazione condivisa con la cittadinanza.
La riconversione green di Marghera
Il progetto di Eni rientra in una più ampia strategia di riconversione industriale verso pratiche più sostenibili. L’impianto, una volta completato, avrà un impatto positivo sulla riduzione delle emissioni di CO2, contribuendo alla transizione ecologica dell’industria aerea.
È interessante notare che i 55 metri dell’impianto sono necessari per garantire la raffinazione efficace e la produzione del bio jet.
Il futuro del bio jet e della bioraffineria
Il bio jet rappresenta una delle principali innovazioni su cui Eni punta per il futuro della mobilità sostenibile. La raffineria di Porto Marghera è stata trasformata in una bioraffineria nel 2014, diventando il primo esempio al mondo in questo campo. Oggi, l’impianto produce biocarburanti di alta qualità, come l’HVO (olio vegetale idrogenato), utilizzando materie prime di origine biogenica.
Il processo produttivo si basa sulla tecnologia proprietaria Ecofining, e l’impianto è alimentato per circa l’85% da rifiuti, come oli usati e residui dell’industria agroalimentare. Questo approccio non solo favorisce la produzione di biocarburanti ma promuove anche una gestione più sostenibile dei rifiuti, contribuendo a un’economia circolare.
Approvazioni e considerazioni finali
Nonostante le opposizioni, altri enti, come la Regione e la Capitaneria, hanno espresso parere favorevole al progetto, talvolta con delle prescrizioni. Questo dimostra un supporto più ampio a livello istituzionale per la transizione verso energie più verdi. La costruzione dell’impianto di Eni a Porto Marghera non solo rappresenta un passo avanti nella produzione di carburanti sostenibili, ma anche un’importante opportunità per il rilancio industriale della regione.

