Con l’inizio di settembre, una serie di eventi ha scosso il delicato equilibrio della sicurezza aerea in Europa settentrionale. In particolare, l’incursione di un drone russo nello spazio aereo polacco ha portato Varsavia ad attivare l’articolo 4 della NATO, innalzando l’attenzione su una possibile escalation delle tensioni. Da quel momento, ogni oggetto volante non identificato è stato classificato come una potenziale minaccia, generando un clima di ansia e preoccupazione tra le autorità e i cittadini.
Questa situazione ha portato a risposte drastiche, come la chiusura temporanea degli aeroporti, nel tentativo di garantire la sicurezza aerea. Ad esempio, tra il 25 e il 26 settembre, l’aeroporto di Aalborg in Danimarca ha annullato voli a causa di avvistamenti di droni, mentre a Billund si è rivelato che l’oggetto segnalato era semplicemente una stella brillante.
Questi eventi, seppur di natura diversa, evidenziano la difficoltà di distinguere tra minacce reali e falsi allarmi.
Le reazioni delle autorità aeree
La risposta degli aeroporti alle segnalazioni di droni segue un protocollo rigoroso stabilito dall’International Civil Aviation Organization (ICAO), il quale delinea tre fasi di emergenza: Incerfa per l’incertezza, Alerfa per l’allerta e Detresfa per il pericolo. La maggior parte delle autorità aeroportuali attiva immediatamente la fase di allerta, che indica preoccupazioni per la sicurezza degli aeromobili e dei passeggeri a bordo.
Costi e conseguenze delle chiusure
Nonostante la necessità di garantire la sicurezza, la chiusura degli aeroporti comporta costi significativi. Secondo stime recenti, la sospensione delle operazioni in uno dei dieci principali scali europei per soli 30 minuti può generare perdite tra 325.000 e 514.000 euro.
Pertanto, le autorità sono sempre più consapevoli dell’importanza di gestire le situazioni di emergenza in modo efficace, evitando chiusure non necessarie.
La sfida degli avvistamenti di droni
La gestione degli avvistamenti di droni presenta complicazioni. Le segnalazioni ricevute sono spesso incomplete o imprecise, rendendo difficile per i controllori aerei identificare se si tratta di droni militari, di veicoli civili non autorizzati o di semplici fenomeni naturali. Questo scenario ha portato a numerosi allarmi infondati, generando confusione e incertezza.
L’importanza della comunicazione
Per affrontare queste sfide, è fondamentale che gli operatori aeroportuali e le forze di polizia stabiliscano un meccanismo di comunicazione efficace. L’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) ha raccomandato che ci sia una procedura chiara per la segnalazione di avvistamenti di droni e per la risposta a tali incidenti.
Nel caso di Aalborg, le autorità hanno scelto di non abbattere i droni avvistati, ritenendo che un intervento del genere potesse comportare rischi maggiori, nonostante le interruzioni al traffico aereo.
Inoltre, l’attuale quadro normativo in Europa presenta delle ambiguità riguardo alle azioni da intraprendere contro i droni non autorizzati. Un’analisi ha evidenziato come le autorità si trovino a fronteggiare una mancanza di chiarezza in merito alle misure da adottare quando si identificano minacce chiare. Questa incertezza è ulteriormente complicata dalle restrizioni legali relative alla privacy e alla protezione dei dati.
Tecnologie per la neutralizzazione dei droni
Per contrastare i droni potenzialmente pericolosi, esistono diverse tecnologie che possono essere impiegate. L’Airports Council International ha documentato soluzioni che spaziano dai sistemi di disturbo elettronico (jamming) alla manipolazione dei droni tramite il controllo remoto, fino all’utilizzo di misure cinetiche per abbatterli. Tuttavia, ogni nazione ha un proprio quadro normativo riguardante queste tecnologie, il che significa che alcune soluzioni potrebbero non essere legalmente praticabili.
Un’iniziativa dell’Interpol, il progetto europeo Courageous, mira a sviluppare una metodologia standardizzata per testare e selezionare sistemi di contromisure per la rilevazione e il tracciamento di droni che entrano in spazi aerei protetti. Questa iniziativa potrebbe rappresentare un passo importante verso la creazione di un sistema di sicurezza aerea più efficiente e integrato.