Introduzione ai dazi commerciali nell’industria tessile
Negli ultimi anni, l’industria tessile ha affrontato sfide significative, amplificate dalle decisioni politiche globali. L’annuncio del 2 aprile da parte dell’amministrazione Trump riguardo a un pacchetto di tariffe commerciali ha suscitato preoccupazioni diffuse. Queste tariffe, che colpiscono in particolare i prodotti importati da paesi come Cambogia, Bangladesh e Vietnam, potrebbero avere ripercussioni devastanti sui lavoratori di questi paesi, già vulnerabili a condizioni di lavoro precarie.
Le conseguenze per i lavoratori
Secondo la Clean Clothes Campaign, un’organizzazione che si batte per i diritti dei lavoratori nel settore tessile, il rischio principale è che i costi delle nuove tariffe vengano trasferiti sui salari dei lavoratori. Durante la pandemia, molte multinazionali hanno dimostrato una scarsa volontà di proteggere i diritti dei lavoratori, preferendo salvaguardare i propri profitti.
Questo ha portato a licenziamenti massicci e a tagli salariali, lasciando milioni di persone senza alcuna forma di protezione sociale.
Le aziende e la loro responsabilità
Le grandi aziende del settore, come Nike e Levi’s, hanno la capacità finanziaria di assorbire i costi delle tariffe, ma i segnali attuali indicano che potrebbero invece chiedere ai fornitori di ridurre i prezzi. In un contesto in cui il salario medio mensile nel settore tessile è già molto basso, questa pressione potrebbe portare a una crisi umanitaria. Le federazioni dei datori di lavoro in Asia stanno già considerando modifiche contrattuali che prevedono salari più bassi e maggiori carichi di lavoro, creando una competizione sleale tra i lavoratori.
La necessità di un’azione coordinata
Per contrastare questa situazione, è fondamentale un’azione coordinata tra i sindacati dei vari paesi produttori. L’esperienza passata ha dimostrato che accordi vincolanti tra marchi, sindacati e organizzazioni non governative possono portare a miglioramenti significativi nelle condizioni di lavoro. Tuttavia, i lavoratori devono essere inclusi nei processi decisionali, altrimenti rischiano di essere esclusi da qualsiasi forma di protezione.
Verso un futuro più equo
La Clean Clothes Campaign ha sviluppato metodologie per calcolare salari equi che garantiscano condizioni di vita dignitose. È essenziale che le aziende ascoltino queste proposte e si impegnino a garantire salari minimi dignitosi lungo tutta la catena di fornitura. Solo così l’industria della moda potrà dimostrare di aver imparato dagli errori del passato e di essere pronta a costruire un futuro più equo per tutti i lavoratori.