In un momento in cui l’Italia si trova di fronte a sfide tecnologiche e energetiche senza precedenti, emerge un’idea sorprendente: i piccoli data center, lontani anni luce dai giganteschi impianti che conosciamo, potrebbero essere la risposta che stiamo cercando. Con un panorama in rapida evoluzione e una domanda crescente di servizi digitali, come cloud e intelligenza artificiale, la strategia italiana deve necessariamente evolversi. Ma come possiamo affrontare questa sfida? Scopriamolo insieme!
1. La triplice sfida dei data center in Italia
Durante un recente evento a Roma, il presidente di Anfov, Umberto de Julio, ha delineato le principali sfide che l’Italia deve affrontare. La prima, di natura tecnologica, ci vede indietro rispetto ad altri paesi. La necessità di accelerare per soddisfare la crescente domanda di servizi digitali è impellente.
Ma c’è di più: la seconda sfida è di tipo normativo, e qui entra in gioco un aspetto cruciale: è fondamentale creare un quadro regolamentare che non scoraggi gli investitori. Infine, de Julio ha posto l’accento su una terza sfida, quella architetturale, suggerendo di puntare sui cosiddetti edge data center, più piccoli e vicini all’utente finale. La domanda che sorge spontanea è: possiamo trovare un nostro modello senza dover sempre copiare dagli altri? La risposta potrebbe sorprenderti!
2. I vantaggi dei piccoli data center
I piccoli data center distribuiti sul territorio non solo possono rispondere a esigenze locali, ma rappresentano anche un’opportunità per ridurre l’impatto ambientale. Infatti, più i data center sono piccoli, meno energia consumano. Questo approccio non è solo vantaggioso per il pianeta, ma apre anche la porta a investimenti da parte di piccole e medie imprese italiane, che possono così contribuire allo sviluppo economico dei loro territori.
“È una ricetta win-win”, afferma de Julio, citando anche il potenziale ripopolamento delle aree in difficoltà e la creazione di nuovi posti di lavoro. Ma c’è un altro aspetto che vale la pena considerare: in un’epoca in cui molte strutture industriali sono abbandonate, perché non utilizzare questi spazi per creare piccoli server farm? La riqualificazione di edifici dismessi potrebbe rappresentare una soluzione strategica e vantaggiosa, permettendo ai comuni di valorizzare le proprie risorse territoriali. Marco Bussone, presidente di Uncem, ha evidenziato come la questione vada oltre la tecnologia: è una questione politica e strategica. E tu, cosa ne pensi?
3. La necessità di un approccio decentralizzato
Il vice presidente di Anci, Stefano Locatelli, ha ribadito l’importanza di una distribuzione strategica dei data center.
La Lombardia è certamente all’avanguardia, ma è cruciale guardare anche ad altre regioni per affrontare le sfide crescenti legate alla digitalizzazione e all’energia. Inoltre, secondo Legambiente, la concentrazione di data center in aree già sviluppate sta portando a un consumo insostenibile di suolo. La soluzione? Concentrarsi su spazi brownfield, già abbandonati e da riqualificare, evitando di intaccare le preziose terre agricole. Un altro aspetto importante è l’integrazione dei data center nell’ecosistema energetico. Molte aziende esitano ad investire in impianti fotovoltaici perché non sanno come gestire l’energia in eccesso. Ma se ogni territorio avesse il proprio data center, potremmo incentivare l’uso delle energie rinnovabili, generando nuova domanda di energia. Questo approccio non è solo innovativo, ma anche strategico per il futuro energetico del nostro paese. Non credi che sia ora di agire?
4. Un futuro da costruire insieme
L’Assinter, l’associazione delle in-house ICT, sta già lavorando a progetti per pubbliche amministrazioni, puntando su un edge cloud federato che possa collaborare con le infrastrutture nazionali esistenti. Pietro Pacini, presidente dell’associazione, ha sottolineato l’importanza di costruire una strategia di prossimità nell’erogazione dei servizi, aumentando così il valore delle risorse pubbliche. Con 20.000 pubbliche amministrazioni in Italia, è tempo di pensare in grande e di agire con decisione. In conclusione, l’Italia ha un’opportunità unica: trasformare le sfide in occasioni di crescita e sviluppo. I piccoli data center possono diventare il motore di una nuova era tecnologica, sostenibile e decentralizzata. Sarà fondamentale agire in modo coordinato, coinvolgendo tutti gli attori del settore, per costruire un futuro migliore e più resiliente. E tu, sei pronto a far parte di questa rivoluzione?