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Cosa cambia per chi utilizza le carrozzine elettriche nel 2025

Non crederai a cosa sta per accadere alle carrozzine elettriche dal 2025! Scopri come migliaia di persone potrebbero essere colpite da questa nuova normativa.

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Dal 1° gennaio 2025, un nuovo decreto potrebbe rivoluzionare la vita di chi utilizza una carrozzina elettrica. La promessa di modernizzare il sistema sanitario si trasforma in un incubo per migliaia di persone con disabilità motoria, poiché il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non coprirà più la sostituzione di batterie e componenti essenziali. Ma perché questo cambiamento è così preoccupante? Scopriamolo insieme.

1. Un cambiamento che fa paura

Fino a poco tempo fa, il decreto del 1999 garantiva rimborsi per le riparazioni degli ausili, inclusa la sostituzione delle batterie delle carrozzine elettriche. Oggi, con l’entrata in vigore del nuovo decreto, chi si ritrova con una batteria esaurita deve affrontare spese che possono superare i 600 euro per intervento. Immagina di dover sborsare una somma così alta: per molti, è più del totale della pensione di invalidità.

Un costo insostenibile che potrebbe costringere le persone a scelte drammatiche e inaccettabili. Non è questo un motivo di preoccupazione?

2. Un’Italia a due velocità

Le prime segnalazioni arrivano dal Veneto, dove le aziende sanitarie hanno già comunicato agli assistiti che non ci sarà più rimborso per le batterie. Ma attenzione: questa non è solo una questione locale. Il nuovo Nomenclatore Tariffario ha abrogato i codici ISO per le riparazioni, creando un vuoto normativo che alimenta una divisione tra le varie Regioni. In alcune zone, i cittadini continuano a ricevere assistenza, mentre in altre sono lasciati a fronteggiare spese insostenibili. Non è forse un rischio di discriminazione che contrasta con i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione?

3. La batteria: cuore della mobilità

Per chi dipende da una carrozzina elettrica, la batteria non è un semplice accessorio, è vita. La sua durata è limitata a due o tre anni, ben al di sotto dei sei anni necessari per richiederne una nuova via SSN. Ciò significa che gli utenti si troveranno a dover affrontare ripetute sostituzioni a proprie spese, aggravando ulteriormente le loro già precarie condizioni economiche. Alcune testimonianze parlano di famiglie costrette a sacrificare la mobilità per soddisfare bisogni primari. Come può un sistema che dovrebbe supportare i più vulnerabili portare a tali scelte drammatiche?

4. La voce delle istituzioni e delle associazioni

La questione ha già raggiunto il Parlamento, dove sono state presentate interrogazioni per chiedere il ripristino della copertura per le riparazioni e le sostituzioni.

Le associazioni di settore denunciano una violazione dei diritti fondamentali e chiedono un intervento urgente. Alcune Regioni stanno cercando soluzioni locali, ma il timore è che si crei un sistema frammentato che penalizzi ulteriormente le persone più vulnerabili. Il nuovo decreto, pensato per modernizzare e migliorare l’assistenza sanitaria, rischia di avere effetti opposti: esclusione e impoverimento per migliaia di persone con disabilità. Senza un’azione immediata e coordinata tra governo e Regioni, il diritto alla mobilità potrebbe rimanere solo un’illusione. È tempo di agire, per garantire a tutti la dignità e la libertà di muoversi.

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Scritto da Staff

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