Il vertice della Cop30 si apre in Brasile, un evento atteso che riunisce leader mondiali per discutere questioni cruciali legate al clima. Questa conferenza, che si svolgerà dal 10 al 21 novembre, rappresenta un momento chiave per approfondire le politiche ambientali e le azioni necessarie per affrontare la crisi climatica.
Con 143 delegazioni e la presenza di 57 capi di stato, il vertice di Belém costituisce una piattaforma fondamentale per coordinare le posizioni politiche dei vari paesi. La presidenza brasiliana ha l’obiettivo di convertire le promesse politiche in azioni concrete, affrontando in particolare la transizione energetica, la protezione delle foreste e i finanziamenti climatici.
Il contesto del vertice
Il vertice di Belém è preceduto da una serie di eventi significativi.
Durante l’estate, l’Europa ha affrontato un’ondata di calore estremo che ha causato la morte di oltre 16.500 persone, evidenziando l’urgenza di affrontare il riscaldamento globale. Tuttavia, l’Unione Europea si trova ancora divisa riguardo ai tagli delle emissioni da raggiungere entro il 2035 e il 2040. Questo scenario rende il vertice un’occasione imperdibile per trovare un terreno comune.
Le sfide della presidenza brasiliana
La presidenza del Brasile, pur avendo riaperto il dibattito pubblico, deve affrontare numerosi ostacoli. La scelta di tenere il vertice nell’Amazzonia ha suscitato preoccupazioni riguardo ai costi elevati e alla difficoltà di trovare alloggi, generando un potenziale disastro comunicativo e politico. Inoltre, la presenza di attivisti e giornalisti potrebbe essere limitata, sollevando interrogativi sulla trasparenza dei negoziati.
Obiettivi e aspettative del summit
Il primo giorno del vertice ha visto interventi di figure di spicco come il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Guterres ha sottolineato la necessità di un cambiamento politico per affrontare le sfide climatiche, evidenziando che, nonostante gli investimenti crescenti nelle energie rinnovabili, le politiche pubbliche continuano a favorire i combustibili fossili. Ha richiesto una chiara strategia per colmare il divario tra gli impegni attuali e gli obiettivi di limitazione del riscaldamento globale a 1,5 gradi.
Il discorso di Lula e la sua visione per il futuro
Lula ha enfatizzato il simbolismo di tenere questa conferenza nel cuore dell’Amazzonia, un luogo ricco di biodiversità e culture indigene.
Ha affermato che è fondamentale che le popolazioni locali comprendano le azioni intraprese da altri paesi per proteggere il loro ambiente. Il presidente ha descritto questa Cop30 come un’opportunità per affrontare seriamente gli avvertimenti scientifici e ha invitato i leader mondiali a dimostrare coraggio e determinazione nel promuovere cambiamenti significativi.
La posizione della Santa Sede e altre iniziative
La Santa Sede partecipa attivamente alla Cop30 con una delegazione guidata dal cardinale Pietro Parolin. L’obiettivo è quello di evidenziare l’importanza di un’educazione ecologica integrale, un tema che sta emergendo sempre di più nei contributi nazionali per la transizione climatica. La Santa Sede sottolinea anche la necessità di una riforma dell’architettura finanziaria globale per garantire che il sostegno climatico raggiunga i paesi più vulnerabili.
Un rapporto di ActionAid ha messo in luce che solo una piccola frazione dei finanziamenti climatici è dedicata a garantire una transizione giusta. Questo evidenzia l’importanza di un impegno coordinato a livello globale per assicurare che le politiche climatiche non escludano le comunità più vulnerabili e che siano effettivamente implementate misure di supporto per i lavoratori e le donne colpite dalla crisi climatica.
La Cop30 di Belém rappresenta un momento cruciale per l’azione climatica globale. Le decisioni prese in questo vertice potrebbero avere ripercussioni significative sui futuri sforzi per affrontare il cambiamento climatico e garantire un ambiente sostenibile per le generazioni a venire.


