Il vertice della Cop30 si svolge a Belém, in Brasile, e rappresenta un momento cruciale per la lotta contro il cambiamento climatico. Questa conferenza, che avrà luogo dal 10 al 21 novembre, è anticipata da un incontro preliminare il 6 e 7 novembre, dove sono attese 143 delegazioni, inclusi 57 capi di Stato e vari ministri. Si tratta di un’importante occasione per coordinare le posizioni politiche e verificare l’impegno dei paesi nel rispettare le promesse fatte negli accordi precedenti, come quelli di Parigi e Dubai.
Ritorno delle manifestazioni e tensioni politiche
Un aspetto significativo di questa edizione della Cop30 è il ritorno delle manifestazioni, dopo anni di restrizioni. Gli attivisti possono finalmente esprimere le loro preoccupazioni, ma la presidenza brasiliana deve affrontare diverse sfide per garantire che il processo sia inclusivo e trasparente.
Tuttavia, gli eventi recenti, come le ondate di calore in Europa che hanno causato oltre 16.500 decessi, dimostrano l’urgenza di azioni concrete.
Divisioni europee e la questione delle emissioni
Nonostante l’emergere di una crisi climatica sempre più evidente, l’Unione Europea si presenta divisa sui tagli delle emissioni da conseguire entro il 2035 e 2040. Le tensioni interne complicano la formazione di un fronte comune, mentre i leader mondiali si riuniscono per cercare di trovare soluzioni condivise. La Cina, ad esempio, ha mostrato segnali di voler assumere un ruolo di leadership nella lotta contro il cambiamento climatico, come evidenziato nel recente Climate Summit a New York.
Obiettivi ambiziosi e strategie necessarie
Durante la Cop30, i leader si concentreranno su tre aree principali: la transizione energetica, la protezione delle foreste e il finanziamento delle misure climatiche.
La presidenza brasiliana intende tradurre le promesse politiche in azioni concrete e costruire un consenso tra paesi sviluppati e in via di sviluppo. Tuttavia, l’assenza di rappresentanti di alto livello dai tre principali inquinatori, Stati Uniti, Cina e India, solleva preoccupazioni sulla serietà delle trattative.
Il ruolo cruciale delle finanze climatiche
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha espresso la necessità di un piano chiaro per colmare il divario di finanziamento necessario per raggiungere gli obiettivi climatici. Guterres ha sottolineato che gli attuali impegni nazionali di riduzione delle emissioni rimangono insufficienti e ha invitato i paesi a smettere di finanziare i combustibili fossili, che continuano a ricevere aiuti pubblici massicci.
Riflessioni sul futuro e la responsabilità collettiva
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha messo in evidenza il significato simbolico di tenere la conferenza in Amazzonia. Con la foresta amazzonica che rappresenta una risorsa vitale per il pianeta, Lula ha invitato i leader a prendere sul serio gli avvertimenti scientifici e a riconoscere che il cambiamento climatico è il risultato delle disuguaglianze globali. La sua affermazione che la Cop30 dovrebbe essere la Cop della verità sottolinea la necessità di affrontare la realtà senza più scuse.
In questo contesto, la crisi climatica è legata a una dinamica storica di divisione tra ricchi e poveri, e affrontare le disuguaglianze è fondamentale per avviare una transizione efficace verso un futuro sostenibile. La Cop30 di Belém rappresenta quindi non solo un incontro di leader, ma un’opportunità per ripensare le strategie globali e costruire un futuro migliore per le generazioni a venire.
