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Cop30 di Belém: Guida completa ai negoziati sul clima e alle loro implicazioni

La COP30 di Belém riunisce leader globali per affrontare le sfide attuali legate ai cambiamenti climatici e alle politiche internazionali.

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La conferenza Cop30, che si svolgerà a Belém, in Brasile, rappresenta un momento fondamentale per affrontare le questioni climatiche globali. Con il ritorno delle manifestazioni dopo anni di restrizioni, l’attenzione è rivolta alle sfide politiche e ai negoziati cruciali che caratterizzeranno l’evento, previsto dal 10 al 21 novembre.

Il contesto della Cop30 e le sue sfide

La Cop30 si apre in un momento in cui l’Europa sta affrontando gravi conseguenze a causa del cambiamento climatico. Con oltre 16.500 decessi attribuiti al caldo estremo, è evidente che le ondate di calore stanno spingendo le nazioni a prendere decisioni più audaci riguardo alla riduzione delle emissioni. Tuttavia, le divergenze tra gli Stati membri dell’Unione Europea riguardo agli obiettivi di emissione per il 2035 e il 2040 rimangono significative.

Assenze significative

Un aspetto preoccupante della conferenza è l’assenza di alcuni dei principali inquinatori mondiali. Gli Stati Uniti non hanno inviato rappresentanti di alto livello, mentre la Cina ha optato per inviare funzionari di grado inferiore. Inoltre, l’India ha scelto di non mandare il proprio primo ministro, sollevando interrogativi sulla serietà con cui queste nazioni affrontano le questioni climatiche. Questa situazione è aggravata dalla posizione della Casa Bianca, che sembra preferire accordi commerciali bilaterali piuttosto che partecipare attivamente ai negoziati multilaterali.

Le priorità del vertice

Il vertice di Belém ha l’obiettivo di coordinare le posizioni politiche e di verificare la coerenza degli impegni assunti in precedenti conferenze, come quelle di Parigi e Dubai. I temi principali riguardano la transizione energetica, la protezione delle foreste e i finanziamenti per il clima.

Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha evidenziato la necessità di tradurre le promesse in azioni concrete e di costruire un consenso tra paesi sviluppati e in via di sviluppo.

Dichiarazioni di apertura

Il 6 novembre, durante la giornata di apertura, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha messo in evidenza una contraddizione significativa. Da un lato, gli investimenti nelle energie rinnovabili stanno crescendo, mentre dall’altro, i combustibili fossili continuano a ricevere enormi sussidi. Guterres ha sottolineato che il coraggio politico è ciò che manca per affrontare seriamente il cambiamento climatico e ha evidenziato come troppe aziende stiano estraendo profitti enormi dalla crisi climatica.

Le voci dall’Amazzonia

La scelta di tenere la conferenza nel cuore dell’Amazzonia non è casuale.

Il presidente Lula ha sottolineato il valore simbolico di questo luogo, evidenziando la sua importanza per la biodiversità e le comunità indigene. Ha affermato che la Cop30 deve essere la Cop della verità, in cui le promesse devono tradursi in azioni concrete. La gravità del cambiamento climatico deve essere affrontata con determinazione e coraggio.

Disuguaglianze e crisi climatica

Lula ha messo in luce il legame tra cambiamento climatico e disuguaglianze globali, affermando che non si può affrontare la crisi senza considerare le disparità tra paesi sviluppati e in via di sviluppo. La responsabilità di proteggere il pianeta ricade su tutti, ha concluso il presidente brasiliano, citando una credenza dei popoli indigeni: ogni essere umano sostiene il cielo per evitare che cada sulla terra.

Il ruolo dell’Europa e delle nazioni latinoamericane

In questo contesto, l’Europa si propone di riaffermare il proprio ruolo di leader nella lotta contro il cambiamento climatico, nonostante le sfide interne. I leader europei, tra cui Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, hanno partecipato attivamente, sottolineando la necessità di proteggere la scienza e promuovere la transizione verso energie rinnovabili.

Critiche agli Stati Uniti

I leader latinoamericani hanno colto l’occasione per esprimere critiche in merito all’assenza di una leadership statunitense. Il presidente cileno Gabriel Boric ha affermato che negare la crisi climatica è una bugia. Anche il presidente colombiano Gustavo Petro ha messo in evidenza come la mancanza di coinvolgimento degli Stati Uniti possa compromettere la vita dell’umanità, evidenziando l’urgenza di una cooperazione globale per affrontare questa sfida.

La Cop30 di Belém offre un’importante opportunità per affrontare le sfide climatiche attuali e future. Le dichiarazioni e le decisioni che verranno prese durante questo incontro saranno determinanti per il futuro del pianeta e per la lotta contro il cambiamento climatico.

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Scritto da Staff

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