Nel mondo dell’archiviazione dati, due sistemi dominano il panorama: il network-attached storage (NAS) e lo storage area network (SAN). Sebbene entrambi siano progettati per gestire e archiviare i dati, presentano caratteristiche fondamentali che li differenziano nettamente.
In questo articolo, si esploreranno le peculiarità di ciascun sistema, ponendo particolare attenzione alle loro applicazioni in contesti come l’intelligenza artificiale (AI), le macchine virtuali e gli ambienti containerizzati.
Comprendere SAN e NAS
Il modo principale per distinguere tra NAS e SAN è considerare il modo in cui accedono ai dati. NAS è progettato per la condivisione di file attraverso una rete, dove un file system gestisce la richiesta di dati da parte degli utenti. In questo contesto, le informazioni sono archiviate come interi file e gli utenti accedono a questi file tramite percorsi di rete.
D’altro canto, SAN fornisce un accesso a livello di blocco, il che significa che i dati sono suddivisi in blocchi e gestiti in modo più efficiente per applicazioni che richiedono alte prestazioni. Qui, la richiesta di dati viene gestita al di fuori del SAN, permettendo una gestione più rapida e diretta.
Le funzionalità di NAS
I server NAS svolgono tutte le operazioni di file system internamente e utilizzano protocolli come SMB e NFS per comunicare con i client. Questo porta a una maggiore facilità di utilizzo e configurazione, rendendo il NAS una scelta popolare per l’accesso ai file a livello di dipartimento. Tuttavia, la complessità della gestione dei protocolli può introdurre un certo grado di overhead, influenzando le prestazioni durante operazioni intensive.
I vantaggi del SAN
Il SAN, invece, è noto per la sua capacità di gestire carichi di lavoro ad alta intensità. Grazie a connessioni di rete dedicate e alta velocità, offre prestazioni superiori in termini di I/O, latenza e throughput. Questo lo rende particolarmente adatto per applicazioni come l’AI, dove è necessario un accesso rapido e sostenuto a grandi volumi di dati.
Inoltre, il SAN è in grado di gestire scritture parallele ad alta velocità, riducendo l’overhead dei protocolli rispetto al NAS. Le sue funzionalità avanzate, come il multipathing e la qualità del servizio (QoS), lo rendono un’opzione ideale per operazioni di model checkpointing e gestione di grandi dataset.
Limitazioni del SAN
Tuttavia, l’implementazione di un sistema SAN può essere costosa e complessa, richiedendo competenze specializzate nella gestione delle reti Fibre Channel e NVMe-over-Fabrics.
Inoltre, è necessario un layer di file system, come Lustre o BeeGFS, per gestire i dati in modo efficace.
Applicazioni moderne
Entrambi i sistemi possono essere utilizzati per carichi di lavoro moderni come AI e virtualizzazione. I hypervisors come VMware e Hyper-V possono sfruttare il SAN per archiviare dischi virtuali, beneficiando delle sue elevate prestazioni. Il SAN si distingue per la sua capacità di gestire più macchine virtuali che richiedono accesso simultaneo a carichi di lavoro intensivi.
Il NAS, pur non offrendo la stessa potenza, rappresenta una soluzione più semplice per la condivisione di file tra nodi di calcolo. È efficace per applicazioni di inferenza AI, dove le esigenze di prestazione sono meno critiche rispetto alla fase di addestramento. Inoltre, il NAS supporta nativamente l’accesso simultaneo a più pod attraverso Kubernetes, facilitando la scalabilità.

