Con @divinacommediabot (e Telegram) la tecnologia è più vicina a Dante

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Ho paura. Siamo davanti a 40 liceali. Siamo davanti al testo più intenso della storia della letteratura italiana: la Divina Commedia. Abbiamo la presunzione di portare il digitale nella didattica. Abbiamo scelto la via più complessa, con l’argomento più complesso. Come unire Internet, uno SmartPhone, 3 professori, un visionario, un facilitatore di processi cognitivi e un smanettone divulgatore della conoscenza, per creare un hackathon sul sommo poema?

Facciamo un passo indietro. Telegram è una piattaforma per chattare. Ma non solo. Permette di creare anche degli automi che rispondono a precisi comandi. Si chiamano Bot da robot, quindi appunto automi.

Mi viene un’idea: oltre a fare Bot con i musei, le farmacie, le webcam nel mondo, orari treni, gli opendata del Comune di Lecce e se mettessi invece qualcosa di “tradizionale” come la Divina Commedia?

Ne parlo QUI .

Un automa che possa essere interrogato per parola chiave, esempio “Diomede” e trovare in che Canto si trovi. Ma non solo. In che parte del Mondo qualcuno ha usato questo termine? Oppure può evocare questo termine?

Sapete quante volte nel mondo si usano termini che derivano dalla Divina Commedia? Sapete quante persone di scienza, arte, recitazione, hanno scritto o descritto sul sommo poema?

Ma sapete invece quanti, come me, hanno studiato la Divina Commedia, in maniera “standard” facendo un copia-incolla dei commenti di De Santis, Ungaretti, Di Salvo, Sapegno, Corti, Garavelli, che spiegano le terzine?

IL GRUPPO TELEGRAM SULLA DIVINA COMMEDIA

Ho bisogno di una mano. L’argomento è vasto. Apro una chat con Paola Lisimberti, la ProfPaola di Italiano famosa per il laboratorio di robotica di Ostuni.

E’ la persona giusta: “Mi dai un’occhiata al Bot sulla Divina Commedia appena rilasciato”? Immagino il suo sorriso. Immediatamente parte il viaggio insieme, creiamo un gruppo Telegram con Paola Lisimberti, Mimmo Aprile, Fedele Congedo.E si unisce Pino Suriano, che non conoscevo, ma che da persona attenta coglie le potenzialità del progetto, leggendo su Facebook i miei post. Entra a bordo. E si scopre poi essere il presidente dell’Associazione Dante Alighieri di Matera.

Cerchiamo di essere visionari. Uniamo cose che apparentemente non sono unibili.

Ci stiamo provando, insieme ai ragazzi nel Liceo Pepe, ora qui ad Ostuni, la città bianca pugliese famosa per il suo litorale e il suo centro storico.

#HACK4DANTE E BENIGNI

Il senso della giornata: siate folli.

In ogni terzina verranno cercati collegamenti, tramite Internet, significativamente attinenti. Fedele conduce la giornata, facendo parlare i ragazzi, dialogare, ragionare, sognare. Usiamo #hack4dante sui social. Iniziamo ascoltando Benigni nel canto XXVI dell’Inferno.

I ragazzi in silenzio assoluto, prendono appunti, sono pronti a liberare le loro intuizioni. Hanno un compito importante: contribuire nel loro piccolo alla riuscita di un esperimento che non ha eguali nel Mondo.

Si sentono responsabili. Hanno tutti lo smartphone e il PC davanti. Nessuno sta giocando, nessuno sta fiatando, nessuno sta rovinando il proprio “compito” in classe, che in verità è fuori dalla classe. E’ nel mondo del Web, dove perdersi è semplice.

Accanto a loro, un muro totalmente rivestito di carta bianca: sul limite superiore 16 fogli con tutto il XXVI Canto diviso in terne di terzine. Ogni fila è un gruppo di lavoro. Ogni gruppo ha i 16 fogli in mano. La strategia è essere pertinenti: individuare i collegamenti in modo significativo, aprire finestre utilizzando modi diversi di leggere le terzine.

Gli elementi che stiamo usando sono quelli che compongono l’Universo: l’Aria, la Terra, il Fuoco, l’Acqua.

Ci concentriamo tutti su questi elementi. E’ una giornata lunga. Stiamo unendo puntini. Stiamo unendo pensieri. Stiamo unendo la storia al presente per rilanciarla nel futuro.

Dante è non solo attualissimo ma è universale, duttile, ispirante. E’ stato un visionario. Riprendiamo la sua vera essenza.

Il Bot sarà alimentato dai link che alla fine della giornata saranno discussi, scremati, accettati e inseriti nel database

Paola Lisimberti, che ha già descritto QUI la fase antecedente, spiega la metodologia che ha applicato prima della giornata a scuola

“La sperimentazione didattica consiste nel testare le potenzialità dell’uso di @divinacommediabot nella didattica della Commedia.

Primo passo: passare a Telegram e cominciare ad utilizzare il Bot della Commedia per lavorare in classe.

Poi creare una chat di gruppo con l’insegnante per lavorare. Il mio obiettivo è quello di educarli ad usare per lavoro quegli strumenti tecnologici con cui hanno maggior confidenza. E nonostante alcuni selfie off topic, il nuovo strumento didattico è entrato nelle nostre vite. Proprio così, perché essere in chat è come essere nella vita delle persone. Così, è arrivata anche la prima lezione preparata con Telegram. Collegato l’Ipad alla LIM, il canto, una volta chiamato, è arrivato subito. Poi, abbiamo creato un documento condiviso e tutti gli studenti hanno cominciato ad inserire i link ai canti già studiati e a ragionare sulla qualità dei link scelti. Ho dato loro delle indicazioni, suggerendo di privilegiare, per esempio, Treccani.it o la piattaforma oil.project e di cercare altri lettori e interpreti della Commedia oltre Benigni, che resta il più conosciuto dagli studenti, come Carmelo Bene, Vittorio Sermonti, Vittorio Gassman”.

L’HACKATHON…

Il canto scelto è stato il XXVI dell’Inferno. La classe ha lavorato in modalità flipped, svolgendo a casa le ricerche e condividendo in classe orientamenti, materiali, idee.

Ho suggerito cinque direttrici su cui lavorare: erranza, disobbedienza, condivisione, comunità, visione. Ed è partito il viaggio in un caleidoscopio di viaggi.

Il viaggio di noi innovatori, il viaggio della 3B, il viaggio di Dante, il viaggio senza ritorno di Ulisse. Un viaggio virtuale? Non solo. Dal virtuale al reale i ragazzi hanno arruolato i compagni di viaggio, portando a scuola i testi della Commedia che avevano a casa, sui quali, avevano studiato i loro genitori. E oggi, all’ingresso del laboratorio di Informatica hanno allestito con i testi una montagna del Purgatorio, fatta di libri della Commedia e commenti, a ricordarci da dove veniamo e a confortarci in questo nuovo viaggio della conoscenza”.

…E IL PALCO

Arriva il “visionario”. Dario Ubaldo Lacitignola. Ci parla di testi oltre i testi, di visioni

“Se dovessimo fare una rappresentazione teatrale di questo percorso, quali argomenti quali luoghi, come dovremmo fare? Una città, Firenze, una lingua, il lager di Primo Levi. Una visione di una costruzione ideale di questo canto come lo potremmo rappresentare? Come, quando, chi sono i personaggi? Quali sono i sottotesti da raccontare, da mettere in scena? Non siate banali. Il fuoco, le fiamme, la fiamma a doppio cono di Ulisse e Diomede. Quali sono i vostri Inferni? La scuola. L’ora di Filosofia. Che collegamento c’è tra la Filosofia e Ulisse. Chi lo segue? I suoi compagni. Perché i compagni seguono Ulisse? Seguono il Folle. Perché Dante colloca Ulisse all’Inferno? Chi è Ulisse e i suoi compagni oggi? Quali collegamenti hanno con la letteratura moderna e quali sotto testi suscitano?”

Abbiamo ospiti. Un gruppo di ragazzi del Liceo Scientifico V. Lilla di Oria capitanati da un altro prof. digitale famoso per le contaminazioni permanenti: Mimmo Aprile.

Già, perché Mimmo Aprile “insegnerebbe” informatica. Cosa ci fa in un contesto nel quale c’è da “smontare” un testo di cultura umanistica?

“L’insegnamento dell’informatica, oggi, nel Liceo Scientifico non può e non deve essere centrato su aspetti meramente tecnologici. Gli obiettivi formativi di un Liceo non sono quelli di un Istituto Tecnico di sviluppare automazione “spinta” ma “cultura informatica” e “pensiero computazionale”, abilità e competenze trasversali di lettura, scrittura, “problem solving”, “collabotative working”. Insomma, per seguire “virtute e canoscenza”, appunto.

Invece, troppo spesso diversi attori della società della conoscenza basano presuntuosamente il proprio progetto di sviluppo sull’equazione tecnologie=innovazione, cadendo nel “paradosso di Solow” (si vedono computer ovunque, tranne che nelle statistiche sulla produttività).La realtà è molto diversa: la tecnologia è uno strumento, inanimato, che ha bisogno di un’anima, di una psyché, per poter prendere il volo pindarico che è alla base di ogni innovazione. L’effetto peggiore di questa “non-scelta” è quella di credere che i “nativi digitali” siano in grado di utilizzare correttamente qualunque strumento tecnico e tecnologico venga messo a disposizione: la società e il mondo degli adulti, hanno derogato l’uso dello strumento social, spesso demonizzandolo, non consentendone la piena comprensione delle potenzialità.

Il progetto @divinacommediabot non è un mero prodotto tecnologico che intende trasporre in digitale testo e parafrasi dell’opera, ma uno strumento dei nostri tempi che consente di accostare la tecnologia all’essenza del volo di Ulisse, ai tormenti di Francesca da Rimini

(per fare solo due esempi), facendo uscire i personaggi dai confini statici spazio-temporali (il libro e l’epoca storica) e li rende soggetti moderni, che affidano ad una chat le proprie emozioni”.

Ne approfittiamo ed usiamo Google Drive spiegando come usare documenti condivisi (conoscenza nella conoscenza).

Ho spiegato la differenza tra un tabella (sheet) e un foglio “tipo Word” che avevano usato:

Già sono stato catapultato nel mondo dantesco in una serata speciale a Matera, dove attori locali recitavano alcune terzine in italiano e in vernacolo e dove un artista della carta pesta, Andrea Sansone, ha fatto delle statue a dimensione uomo raffiguranti Caronte, Dante e Beatrice. L’evento era intitolato MateraInCartaDante (bellissimo). Anche qui, ho annunciato quello che avremmo fatto a Ostuni, al liceo Lilla. Ho visto ottantenni, entusiasti da sempre della letturatura classica, a cui si illuminavano gli occhi: “Che cosa meravigliosa… così ridate vita a Dante…. così i ragazzi svilupperanno un pensiero critico….cosi evitiamo finalmente la dicotomia e demonizzazione degli smartphone e del digitale…possiamo partecipare anche noi?…”

#HACK4DANTEDAY

Mi ero perso per 20 anni. Ora rincontro Dante.

Il 3 febbraio replichiamo al Liceo Costa a Lecce con Gabriella Morelli e Fedele. Poi andremo a Taranto, da Pino Suriano.

Un sogno? coinvolgere l’Associazione Dante Alighieri nazionale ed organizzare l’ #hack4DanteDay.

Decine di Licei insieme per sognare, ragionare, analizzare, il sommo poema in un stesso giorno. In ogni Liceo il “visionario” potrebbe essere anche un professore in pensione. Uno che ruggisce ancora e che non ha finito di mettersi in gioco.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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Scritto da chef

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