Negli ultimi vent’anni, il panorama della gestione degli asset IT ha subito cambiamenti significativi, in particolare riguardo alla sostenibilità. In passato, il concetto di responsabilità ambientale era assente dalle discussioni strategiche nel settore della disposizione degli asset IT. Tuttavia, con l’introduzione di normative come la Direttiva WEEE nel 2005, l’attenzione all’impatto ambientale ha cominciato a crescere.
Oggi, si osserva un’inversione di tendenza: quasi tutti i fornitori si presentano come “verdi”. Sebbene questo cambiamento sia positivo, ha generato confusione e, in molti casi, pratiche di greenwashing.
I fatti
Studi recenti indicano che fino al 90% delle aziende tecnologiche pratica una forma di marketing ambientale esagerato. Questo scenario rappresenta una sfida per i direttori IT, che devono distinguere tra affermazioni veritiere e ingannevoli.
Separare il fatto dalla finzione è diventato un’abilità fondamentale per chi gestisce le emissioni e riporta le performance ESG.
Indizi di greenwashing
Riconoscere i segnali di greenwashing è più semplice di quanto si pensi. Fornitori che utilizzano frasi vaghe come “eco-compatibile” o “sostenibile per design” senza dati di supporto devono sollevare preoccupazioni. Allo stesso modo, i distintivi di carbon neutrality basati su compensazioni invece di riduzioni reali sono allarmanti.
Un altro campanello d’allarme è il reporting selettivo: un’azienda potrebbe vantare progressi in una linea di prodotti, ignorando l’impatto complessivo. Le promesse di raggiungere il net-zero senza scadenze definite sono altrettanto problematiche.
Esigere prove tangibili
Per superare la confusione generata da affermazioni poco chiare, è fondamentale richiedere prove verificabili.
I fornitori autentici si allineano a standard riconosciuti, e i direttori IT devono conoscere quali siano i più rilevanti.
Standard da considerare
Per quanto riguarda i dati legati al carbonio, è importante cercare obiettivi validati dalla Science Based Targets initiative (SBTi) e inventari di gas serra redatti secondo il GHG Protocol. La certificazione di terza parte secondo l’ISO 14064-3 rappresenta il massimo livello di garanzia, verificando l’affidabilità dei dati forniti.
Le affermazioni riguardanti l’energia meritano la stessa attenzione. Una promessa di utilizzo di “energia rinnovabile al 100%” deve essere supportata da contratti di acquisto a lungo termine, non solo da certificati annuali.
Criteri di scelta per i partner ITAD
Quando si tratta di hardware, indicatori credibili includono le valutazioni del ciclo di vita secondo le norme ISO 14040/44, le Dichiarazioni Ambientali dei Prodotti (EPD) e le certificazioni indipendenti come EPEAT o TCO Certified, che valutano riparabilità, riciclabilità e utilizzo dei materiali.
Per quanto riguarda la disposizione degli asset IT, è necessario non accontentarsi di affermazioni generiche sul riciclaggio. I partner credibili forniranno certificati dettagliati per il riutilizzo, il ripristino o la distruzione, garantendo tracciabilità conforme alle aspettative normative.
Verifica indipendente
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Prepararsi per il futuro
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