La Palestina, spesso associata a conflitti e difficoltà, è teatro di iniziative imprenditoriali che nascono dalla necessità di affrontare sfide quotidiane. Infatti, la realtà di Gaza e della Cisgiordania è costellata di esempi di creatività che si manifestano come una forma di resistenza. Il ministro dell’Agricoltura palestinese, Rezq Salimia, ha evidenziato l’importanza dell’innovazione per la sussistenza del popolo palestinese, soprattutto in contesti complessi come quello della Mediterranean Innovation Agrifood Week di Bari.
Le difficoltà nel fare impresa in Palestina
Fare impresa in Palestina presenta sfide enormi. Le restrizioni all’importazione di beni e attrezzature sono severe. Molti materiali sono considerati sensibili per il loro potenziale utilizzo in ambito militare. Ciò rende difficile l’accesso a strumenti fondamentali come tubi, fertilizzanti e attrezzature agricole.
La scarsità di acqua, aggravata dall’occupazione, complica ulteriormente la situazione. Questa condizione rende necessaria l’innovazione per garantire la produzione alimentare.
Ostacoli quotidiani
Gli imprenditori palestinesi affrontano anche barriere fisiche come checkpoint e muri, che ostacolano il movimento e la logistica. Ogni giorno, i lavoratori devono affrontare ritardi significativi, perdendo ore preziose nel tentativo di accedere ai propri campi o di trasportare merce. Queste realtà rendono l’innovazione non solo un’opzione, ma una necessità vitale.
Startup innovative e frugal innovation
Durante l’evento di Bari, diverse startup palestinesi hanno presentato soluzioni uniche, frutto di un approccio di frugal innovation. Le idee emerse da questo contesto sono piccole ma ambiziose. Ad esempio, GreenRock si distingue per la produzione di fertilizzanti organici a partire da scarti di marmo e olive.
Allo stesso modo, Hives360 offre un sistema intelligente per la gestione degli alveari, facilitando la vita agli apicoltori locali.
Il ruolo delle donne nell’innovazione
Un’altra iniziativa interessante è quella di Ywca Gerico, che si concentra sull’inserimento delle donne nel mondo del lavoro attraverso corsi e stage nel settore alimentare. Queste startup non solo mirano ad aumentare la produttività, ma anche a creare opportunità per le fasce più vulnerabili della popolazione.
Storie di resilienza e successo
Un esempio emblematico è Agritopia for Agricultural Technology, fondata da Shadha Musallam. Questa startup ha sviluppato soluzioni innovative, come una serra idroponica controllata digitalmente, pensata per chi ha difficoltà a raggiungere i campi. Nonostante i costi elevati dovuti alla guerra, Agritopia ha adattato la propria strategia, proponendo un sistema di irrigazione gestibile tramite app a un prezzo accessibile.
Invenzioni e sfide
Un’altra invenzione significativa è un sistema di disinfezione dell’acqua tramite ozono, fondamentale in un contesto dove l’acqua è scarsa e inquinata. Queste tecnologie affrontano le sfide dell’importazione, con costi raddoppiati per la semplice registrazione di attrezzature necessarie. Musallam ha persino avviato una filiale in Libano per facilitare la produzione e l’esportazione.
Un futuro promettente per l’innovazione sostenibile
Un significativo esempio di innovazione è rappresentato da Jabra Dunmak, un giovane ingegnere che ha sviluppato un’app chiamata Laheq Halak. Questa applicazione consente la vendita di cibo invenduto a prezzi ridotti. Lo strumento non solo contribuisce a ridurre lo spreco alimentare, ma offre anche un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà. L’idea si ispira al concetto del caffè sospeso di Napoli, permettendo anche a chi vive lontano di contribuire alla causa.
Queste storie dimostrano che, nonostante le enormi difficoltà, la Palestina rappresenta un terreno fertile per l’innovazione agricola e sociale. Le startup locali affrontano i problemi con soluzioni creative e costituiscono un esempio di resilienza e speranza per un futuro migliore.

