Come fare a meno delle raccomandazioni con OneLeap

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Innumerevoli giri di telefonate ad amici, amici di amici e semplici conoscenti, messaggi sui social network più disparati e email a raffica a indirizzi generici, giusto per tentarle un po’ tutte. Startupper o meno, chiunque abbia deciso di intraprendere un’iniziativa aziendale o d’altro tipo si è dovuto necessariamente scontrare con l’evidenza che, il più delle volte, le persone che potrebbero darti una mano sono anche quelle più difficili da raggiungere, prima ancora che da convincere. Da un anno a questa parte però, una promettente azienda inglese cerca di dare una mano a startupper e imprenditori sociali con grandi idee di business ma nessun santo in paradiso. Perché si sa, la possibilità di avere accesso al giusto investitore, mentore, esperto e quant’altro, può davvero fare la differenza nell’avventura imprenditoriale.

OneLeap è una piattaforma che mette a disposizione degli imprenditori profili di manager, investitori, opinion leaders e influencer vari anche molto famosi. Questi, se contattati, garantiscono una risposta sicura alla propria richiesta. Basta pagare una fee – dai 5 dollari in su, con una media tra i 15 e i 25 dollari – ed ecco che per il prezzo di un panino o di un pranzo, è fatta.

Racconta Robyn Scott, la fondatrice: “mio fratello, che tempo fa lavorava alla Williams F1, usava spesso il servizio InMails di Linkedin per contattare manager di diverse aziende, e si accorse subito che gli stessi rispondevano più in fretta con questo servizio che non attraverso altri canali, magari anche per il fatto che il servizio si paga e dovrebbe garantire quindi la serietà di chi contatta.

Noi volevamo riprendere lo stesso principio e creare un’esperienza che potesse essere però di maggior aiuto ad entrambe le parti coinvolte nella conversazione”.

Il servizio fa dunque un passo in più e si distingue su vari fronti. OneLeap seleziona e invita persone di spicco in vari ambiti professionali ad aprire un profilo sulla sua piattaforma, i quali dicono espressamente quali sono gli argomenti di loro interesse e per cosa vogliono essere contattati, mettendo subito in chiaro la loro disponibilità e attenzione. Chi ha un profilo stabilisce poi una fee per la risposta, dove l’80% viene versato ad un’organizzazione no-profit di sua scelta (la percentuale restante rimane invece a One Leap per le spese di gestione) e può decidere di proseguire la conversazione anche in privato, al di fuori della piattaforma, se contattato.

Ad oggi, OneLeap si sta espandendo sia nel mercato inglese che in quello internazionale, e ha offerto a centinaia di imprenditori la possibilità di trovare partner o board members, ricevere copertura mediatica o trovare capitali per partire. C’è chi addirittura è riuscito a sottoporre una proposta sul social franchising all’attenzione del Parlamento e chi, come la sottoscritta, ha più semplicemente potuto presentare la sua idea di divulgazione scientifica a un esperto che inseguiva con poco successo ormai da parecchi mesi.

Insomma, OneLeap cerca di rendere l’esperienza imprenditoriale più equa dando a chiunque la stessa possibilità di iniziare un po’ più avvantaggiato. E chissà che, partendo proprio da una piattaforma che facilita contatti professionali seri, non si riesca anche a innescare un circolo virtuoso che porti a un più generale cambiamento di mentalità su raccomandazioni, accesso alle opportunità e meritocrazia. Sarebbe davvero rivoluzionario.

Roma, 3 ottobre 2012SELENE BIFFI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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