Non crederai mai a quello che è successo nel mondo del cloud! Un recente accordo tra Microsoft e l’associazione europea CISPE ha scatenato un vero e proprio putiferio nel settore. Mentre alcuni vedono questa intesa come un’opportunità per dare una spinta alla concorrenza, altri non sono così convinti e sollevano dubbi sulla sua equità. Ma cosa sta realmente accadendo? Scopriamolo insieme!
1. La natura dell’accordo
Il Cloud Infrastructure Services Providers In Europe (CISPE) ha siglato un accordo con Microsoft che permette ai suoi membri di offrire i servizi cloud della gigante tecnologica a condizioni di prezzo vantaggiose. In pratica, i membri di CISPE potranno accedere a Microsoft Windows Server e SQL Server con modalità di pagamento flessibili, allineate ai prezzi di Microsoft Azure.
Ma ecco il colpo di scena: i dettagli dei clienti non dovranno essere condivisi con Microsoft! Questo solleva interrogativi sulla trasparenza del rapporto e fa sorgere domande: siamo davvero sicuri che ci sia un equilibrio di potere?
Microsoft, dal canto suo, si è impegnata a rivedere l’efficacia di questo programma entro un anno, con la possibilità di ampliarlo ulteriormente. Tuttavia, questo accordo non è esente da critiche. Infatti, la storia recente di Microsoft è costellata da accuse di comportamento anti-competitivo. Riuscirà a dimostrare il contrario?
2. Le reazioni del settore
Le reazioni all’accordo sono state decisamente contrastanti. Da un lato, il segretario generale di CISPE, Francisco Mingorance, ha descritto l’accordo come un “traguardo significativo” per garantire un campo di gioco equo per i fornitori di cloud in Europa.
Dall’altro lato, le critiche non sono mancate: Ryan Triplette, direttore esecutivo della Coalition for Fair Software Licensing, ha denunciato queste concessioni come “debolezze” per sfuggire al controllo normativo. Ma chi ha ragione?
Triplette ha messo in evidenza che tali misure sembrano regalare tempo a Microsoft per rafforzare la propria posizione di mercato. Anche Nicky Stewart, dell’Open Cloud Coalition, ha avvertito che l’accordo non affronta le problematiche legate ai prezzi elevati e alle pratiche di licenza di Microsoft. Secondo Stewart, questo accordo non offre alcun vantaggio a chi non è parte di CISPE, lasciando la maggior parte dei clienti europei in una situazione di stallo. È giusto che solo alcuni ne beneficino?
3. Implicazioni future e interrogativi aperti
Mark Boost, CEO di Civo, ha espresso preoccupazioni sulla trasparenza e sull’equità del mercato.
La sua critica si concentra sul fatto che i vantaggi dell’accordo sono riservati solo ai membri di CISPE, creando una situazione potenzialmente esclusiva. Ci si domanda se questo rappresenti un modo per Microsoft di mantenere il controllo sul mercato, lasciando gli altri fornitori in una posizione svantaggiata. Ma chi decide realmente chi può accedere a questi benefici?
In risposta alle critiche, un portavoce di CISPE ha affermato che l’accordo potrebbe avvantaggiare tutti i fornitori di cloud europei, non solo i membri attuali. Tuttavia, le domande rimangono: chi ha l’ultima parola, Microsoft o i regolatori? Questa mancanza di chiarezza rende difficile comprendere se questo accordo possa portare a un cambiamento positivo nel panorama del cloud europeo.
In conclusione, la questione è ancora aperta e le prossime mosse di Microsoft e CISPE potrebbero rivelarsi decisive. La vera domanda è: l’accordo porterà a una vera concorrenza nel mercato del cloud, o si rivelerà solo un’altra manovra per consolidare il potere di Microsoft? Solo il tempo potrà darci una risposta.