Negli ultimi anni, l’Italia ha registrato un aumento significativo della presenza delle cimici asiatiche, insetti di un caratteristico color grigio-bruno, noti per il loro rumore distintivo e un odore decisamente sgradevole. Questi parassiti, che si trovano principalmente nelle aree rurali, hanno invaso diverse province, creando disagi sia per i cittadini sia per gli agricoltori.
Questa infestazione non si limita al nostro paese, ma si sta diffondendo anche in altre regioni europee, in particolare nel centro e nel sud del continente. I problemi causati da questa invasione variano da fastidiosi ritrovamenti nei vestiti appena stesi a situazioni più gravi, come gli interni delle case invasi, garage e ripostigli infestati, e coltivazioni minacciate.
Le origini delle cimici asiatiche
Le cimici asiatiche rappresentano un ampio gruppo di insetti.
Pietro Zandigiacomo, esperto di entomologia all’Università di Udine, chiarisce: “Tra le più comuni troviamo la cimice verde (Nezara viridula), presente da lungo tempo in Italia, e la cimice marmorata (Halyomorpha halys), la quale è un’invasiva relativamente recente, proveniente dall’Asia orientale.”
Questa ultima specie, originaria di paesi come Cina, Giappone e Taiwan, è arrivata in America del Nord nei primi anni ’90 e successivamente in Europa nel 2000, con la prima segnalazione in Italia nel 2012. La diffusione è avvenuta attraverso il commercio internazionale, dove questi insetti si nascondevano in contenitori e bagagli.
Controllo naturale e riproduzione
In Asia, la popolazione di cimici è regolata da nemici naturali che controllano la loro proliferazione. Tuttavia, in Europa mancano questi predatori specializzati e i parassitoidi che, generalmente, attaccano le uova delle cimici.
Di conseguenza, le cimici asiatiche prosperano in modo incontrollato. Zandigiacomo sottolinea che “in Europa, i nemici naturali non sono in grado di riconoscere le uova di questa specie, consentendo così una riproduzione massiccia.”
Un altro fattore che contribuisce alla loro diffusione è la loro biologia. Questi insetti possono vivere fino a un anno e mezzo e le femmine sono in grado di deporre fino a 500 uova, rendendo la loro popolazione estremamente difficile da gestire.
L’impatto sulle coltivazioni
Il legame tra le cimici asiatiche e le coltivazioni è un argomento di grande preoccupazione. Secondo Coldiretti, i danni possono arrivare fino al 25% della produzione agricola, con punte che toccano addirittura il 40% in alcune categorie. Questi insetti attaccano una vasta gamma di piante, dalle più comuni come pomodori e fagioli a frutteti di mele, pere, pesche, ciliegie e uva.
Nonostante si pensi che la soia possa essere la causa principale della proliferazione delle cimici, in realtà si tratta di un mito. La soia è una delle piante predilette dalle cimici ma non è l’unica. Questi insetti si nutrono di diverse specie vegetali, creando danni estetici e, in alcuni casi, perdite significative nei raccolti.
Strategie di contenimento
Per combattere l’invasione delle cimici asiatiche, è fondamentale adottare strategie di lotta integrata. Queste possono includere l’uso di reti anti-insetto, monitoraggi attivi e trappole. Tuttavia, nonostante questi sforzi, molti esemplari riescono a sfuggire al controllo e a diffondersi rapidamente.
Le cimici asiatiche non sono pericolose per gli esseri umani o gli animali, poiché si nutrono esclusivamente di vegetali. Tuttavia, la loro invasione nelle abitazioni può diventare un problema. Gli adulti cercano riparo nei luoghi più caldi e riparati quando le temperature iniziano a calare, rendendo le case un rifugio ideale per loro.
Prevenzione e soluzioni pratiche
Questa infestazione non si limita al nostro paese, ma si sta diffondendo anche in altre regioni europee, in particolare nel centro e nel sud del continente. I problemi causati da questa invasione variano da fastidiosi ritrovamenti nei vestiti appena stesi a situazioni più gravi, come gli interni delle case invasi, garage e ripostigli infestati, e coltivazioni minacciate.0
Questa infestazione non si limita al nostro paese, ma si sta diffondendo anche in altre regioni europee, in particolare nel centro e nel sud del continente. I problemi causati da questa invasione variano da fastidiosi ritrovamenti nei vestiti appena stesi a situazioni più gravi, come gli interni delle case invasi, garage e ripostigli infestati, e coltivazioni minacciate.1
Questa infestazione non si limita al nostro paese, ma si sta diffondendo anche in altre regioni europee, in particolare nel centro e nel sud del continente. I problemi causati da questa invasione variano da fastidiosi ritrovamenti nei vestiti appena stesi a situazioni più gravi, come gli interni delle case invasi, garage e ripostigli infestati, e coltivazioni minacciate.2