#chewifi Ferrara, una rete libera ai tempi del decreto Pisanu

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Ferrara città delle biciclette, Ferrara città universitaria, Ferrara città d’arte e di cultura. Sono questi i vertici ideali del triangolo dentro cui si trova a navigare chiunque abbia avuto l’occasione di visitare la città estense negli untimi anni. E sono anche il retropensiero di chi decide di provare a realizzare un “nuovo” – nuovo per la città, ma forse anche per LE città, perché correva l’anno 2008 e alla fine di città con un wifi pubblico stabile e funzionante non ce n’erano molte – servizio di wifi pubblico e gratuito.

Erano gli anni del decreto Pisanu, e allora come possiamo fare ad autenticare gli utenti, che qui se non li autentichiamo con bolli e controbolli si rischia grosso? Ed ecco che il primo vertice del triangolo ci viene in aiuto in due modi: intanto l’Università ha una facoltà di ingegneria, che ha già realizzato una grande rete wifi privata e collabora stabilmente con il Comune.

E poi i 16.000 studenti sono già dotati di codici di accesso rilasciati all’atto dell’iscrizione. Affidare all’Università un servizio di autenticazione viene naturale, accettare come già autenticati sulla nascente rete pubblica tutti gli studenti è semplice ed efficace, significa avere 16.000 utenti già autenticati (e avvezzi all’uso delle tecnologie) il giorno che accenderemo il primo hot spot.

Il secondo vertice del triangolo significa turisti che stanno mediamente un paio di giorni in città, soprattutto nel weekend, e di solito quando ci sono i turisti gli uffici del Comune che potrebbero distribuire le password sono chiusi. Ma come in tutte le città c’è un ufficio turistico aperto nei weekend. Ok, è gestito assieme da Comune e Provincia, ma in fondo una mano ce la si può dare su una nuova idea e quindi, assieme ad altri uffici che osservano orari usuali, ci accordiamo con l’ufficio turistico.

Il prezzo è stato una lettera di intenti tra i responsabili dei due enti e qualche telefonata domenicale ai tecnici per risolvere qualche situazione complicata, ma il vantaggio e l’apprezzamento ricevuti sono stati la nostra (e la loro) soddisfazione.

E così il servizio “apre” in un giorno speciale: venerdì 17 aprile 2009; d’altra parte se sfida doveva essere, l’abbiamo giocata fino in fondo! È andata bene, un po’ di parapiglia tecnico all’inizio, qualche festival che ci ha bloccato la rete, qualche notte di novembre in giro tra la nebbia padana e con il portatile in mano per riconfigurare la rete, ma alla fine il sistema non ci ha mai delusi. Ormai abbiamo servito le principali aree turistiche della città, la stazione ferroviaria, qualche piazza al servizio di ragazzi e di genitori, diverse aree verdi e la principale biblioteca della città.

Ora l’autenticazione la facciamo con il cellulare, quando ci sono eventi in città passiamo a 24 ore al giorno di disponibilità per ogni account (normalmente è di tre). E il wifi pubblico, che abbiamo chiamato wi-fe, è ormai un servizio stabile e riconosciuto da tutti. I ragazzi che riempiono le piazze non devono strisciare lungo le vetrine per cercare il locale con wifi, al loro bisogno di star connessi, di aggregarsi dà una risposta la città. Alle mamme e ai papà fuori da scuola, che mandano l’ultima mail o correggono il documento per la riunione del giorno dopo prima che suoni la campanella, la nostra città offre un servizio per conciliare i tempi e le esigenze di genitorialità. La smart citiy inizia semplicemente così.

Ferrara, 19 luglio

ALESSANDRA VACCARI

Amministratore delegato Indica srl

FABIO DE LUIGI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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