La Francia è nuovamente in subbuglio e il presidente Emmanuel Macron si trova a fronteggiare una crisi politica di proporzioni inaspettate. Dopo soli nove mesi in carica, François Bayrou, leader del MoDem, ha rassegnato le dimissioni, segnando la quarta caduta di un governo dall’inizio del secondo mandato di Macron nel 2022. Questa situazione drammatica è il risultato di una serie di eventi politici complessi.
1. La caduta del governo Bayrou: un evento prevedibile?
La crisi attuale è il risultato delle elezioni legislative anticipate, indette da Macron a seguito di una sconfitta alle europee nel giugno 2024. In quell’occasione, il Nuovo Fronte Popolare, una coalizione di sinistra, ha ottenuto la vittoria, mentre il partito di Macron, Ensemble, ha faticato a trovare una maggioranza stabile.
Gli eventi si sono susseguiti rapidamente, portando alla necessità di un nuovo primo ministro, il quinto in meno di tre anni.
Il governo di Bayrou, ereditato da Michel Barnier, ha affrontato una serie di sfide politiche senza precedenti. Con solo 210 deputati su 574, Bayrou ha cercato di governare in minoranza, ma ha trovato la strada impervia, con opposizioni sia a sinistra che a destra che hanno ostacolato ogni sua mossa. La sua legge di bilancio per il 2025, approvata con ritardi e compromessi, è stata solo un palliativo in una situazione già critica.
2. Le misure controverse e la fiducia in gioco
La crisi ha raggiunto il culmine l’8 settembre, quando Bayrou ha chiesto la fiducia dell’Assemblée Nationale su una manovra di bilancio da 44 miliardi di euro che prevedeva misure drastiche.
Queste includevano l’eliminazione di giorni festivi e il congelamento della spesa sociale, provocando la furia delle opposizioni. Bayrou ha giustificato il suo piano come un atto necessario per affrontare l’emergenza del debito pubblico, ma la risposta è stata devastante: 364 voti contrari e solo 194 favorevoli.
Il suo tentativo di costruire un governo di unità nazionale è naufragato, schiacciato dalle critiche incrociate di Jean-Luc Mélenchon e Marine Le Pen, due figure politiche che, pur essendo su fronti opposti, hanno trovato un terreno comune nel rifiuto delle politiche macroniane. La caduta di Bayrou ha segnato un punto di non ritorno per il governo francese, già afflitto da una crescente sfiducia.
3. Quali scenari futuri per la Francia?
Con Macron che esclude categoricamente le dimissioni e le elezioni anticipate, si prospetta un periodo di consultazioni tra i partiti per nominare un nuovo primo ministro.
I nomi che circolano, come Sébastien Lecornu e i ministri della Giustizia e delle Finanze, potrebbero non essere sufficienti a risolvere una crisi profonda e complessa. La situazione è aggravata da tensioni sociali, con movimenti di protesta che si preparano a manifestare contro il governo.
Il movimento “Blocchiamo tutto”, erede delle proteste dei gilet gialli, ha già programmato azioni di disobbedienza civile, mentre l’agenzia di rating Fitch potrebbe ridurre il rating della Francia, rendendo il quadro economico ancora più critico. La Francia, quindi, si trova in un momento cruciale, e il futuro politico è incerto. La sequenza di eventi che ha portato alla caduta di Bayrou è solo l’ultimo atto di una tragedia politica che potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini nazionali.