Il tema dell’allargamento dell’Unione europea è tornato prepotentemente al centro del dibattito politico. Il 4 novembre, a Bruxelles, si svolgerà un vertice televisivo organizzato da Euronews, dedicato al futuro dell’integrazione europea e ai paesi che ambiscono a diventare membri. Questo incontro anticipa la pubblicazione del pacchetto di allargamento da parte della Commissione europea, un documento annuale cruciale che analizza i progressi dei paesi candidati.
Tra i leader partecipanti, ci saranno il presidente del Consiglio europeo António Costa, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e il presidente serbo Aleksandar Vučić, insieme ai rappresentanti di Albania, Montenegro e Macedonia del Nord. Attualmente, dieci paesi stanno cercando di ottenere l’adesione, ognuno di essi si trova in una fase diversa del complesso processo di integrazione.
Situazione attuale dei paesi candidati
Il Montenegro e la Serbia sono i paesi più avanzati nel loro percorso verso l’adesione all’Unione europea. Il Montenegro ha ottenuto lo status di candidato nel 2010 e ha avviato i negoziati nel 2012. Secondo la Commissione europea, si prevede che i negoziati possano concludersi entro la fine del 2026, anche se alcune previsioni indicano un’entrata effettiva intorno al 2028. Il paese ha fatto significativi progressi nell’allineamento con l’acquis comunitario, ovvero l’insieme delle leggi e normative europee che ogni candidato deve adottare.
La Serbia, che ha presentato la domanda di adesione nel 2009, ha avviato i negoziati nel 2014, ma il processo è stato ostacolato dalle tensioni con il Kosovo, un territorio non riconosciuto da Belgrado come stato sovrano.
Le relazioni tra Serbia e Kosovo rappresentano una questione cruciale nel dialogo mediato dall’Unione europea.
Albania e Macedonia del Nord
Albania e Macedonia del Nord hanno recentemente aperto i loro negoziati. L’Albania ha ricevuto lo status di candidato nel 2014, avviando i negoziati il 19 luglio. La Macedonia del Nord, che aspettava dal 2005 per iniziare il processo, ha finalmente aperto i negoziati nello stesso giorno, dopo anni di blocchi dovuti a controversie con la Bulgaria. Questo avanzamento è stato possibile grazie a un compromesso proposto dalla presidenza francese dell’Unione.
Le sfide della Bosnia-Erzegovina e del Kosovo
La Bosnia-Erzegovina ha ottenuto lo status di candidato solo nel 2025, dopo aver presentato la richiesta nel 2016. Tuttavia, il Consiglio europeo ha condizionato questa decisione all’implementazione di riforme fondamentali riguardanti lo stato di diritto e la lotta alla corruzione.
Si prevede che i negoziati possano cominciare nel 2025, ma ci sono preoccupazioni per la stabilità politica interna, aggravata da tensioni etniche e una retorica secessionista.
Il Kosovo, che ha formalmente presentato la domanda di adesione nel 2025, non ha ancora ricevuto lo status di candidato, complicato dal fatto che cinque stati membri dell’Unione non riconoscono la sua indipendenza. Tuttavia, dal 2025, il Kosovo ha ottenuto la possibilità di viaggiare senza visto nell’area Schengen per brevi periodi.
Ucraina e Moldova: la corsa verso l’adesione
La situazione in Ucraina ha subito un’accelerazione a causa dell’invasione russa. Il paese ha presentato la domanda di adesione il 28 febbraio e ha ottenuto lo status di candidato il 23 giugno. I negoziati sono stati avviati nel 2025, e l’Unione europea ha istituito un meccanismo di supporto finanziario per sostenere le riforme necessarie in Ucraina. La Moldova ha intrapreso un percorso simile, ottenendo lo status di candidato e avviando i negoziati nello stesso periodo.
La presidente moldava, Maia Sandu, ha posto l’integrazione europea come priorità del suo governo, nonostante le sfide interne rappresentate da forze filorusse e dalla situazione nella regione separatista della Transnistria.
Georgia e Turchia: tra speranze e delusioni
La Georgia, che ha recentemente ottenuto lo status di candidato, deve affrontare una serie di riforme raccomandate dalla Commissione europea. Tuttavia, il processo di adesione ha subito un arresto a causa di un arretramento democratico e di leggi controverse che limitano la libertà di espressione. La Turchia, che ha avviato il processo di adesione nel 1987, continua a mostrare segnali di stagnazione, con un congelamento del processo dovuto a gravi preoccupazioni riguardanti la democrazia e i diritti umani.
Tra i leader partecipanti, ci saranno il presidente del Consiglio europeo António Costa, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e il presidente serbo Aleksandar Vučić, insieme ai rappresentanti di Albania, Montenegro e Macedonia del Nord. Attualmente, dieci paesi stanno cercando di ottenere l’adesione, ognuno di essi si trova in una fase diversa del complesso processo di integrazione.0
					
						

