Boom di mobile e social media, il 2015 riparte da qui

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Più di due miliardi di persone accedono regolarmente ai social media. Più di 3 miliardi navigano su internet. Il numero delle connessioni mobile attive ha superato il numero complessivo di abitanti della Terra. Tre dati, tre milestone che rendono il 2014 un anno che vale la pena ripercorrere per capire cosa aspettarci dal 2015, per quanto riguarda lo scenario digitale.

Digital, Social & Mobile in 2015 – report condiviso pochi giorni fa da We Are Socialì – offre l’occasione di guardare da vicino tutti i numeri più interessanti relativi agli ultimi 12 mesi: lo studio offre una panoramica globale che comprende l’analisi di 240 Paesi e un approfondimento su 30 tra i paesi più importanti a livello economico (tra cui l’Italia).

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Non è certo una novità quella legata al sempre maggior impatto dei dispositivi mobile sulle nostre vite, ma è interessante osservare come la diffusione di smartphone abbia influenzato in modo determinante anche il modo in cui le persone consumano contenuti e interagiscono tra loro.

Sono +1.6 miliardi gli account che accedono ai social media da mobile, e le applicazioni di instant messaging sono le piattaforme ad essersi diffuse più rapidamente

E con l’acquisizione di WhatsApp e la granularizzazione dell’esperienza con Messenger, Facebook ha posto le basi per conservare un vantaggio difficilmente colmabile da questo punto di vista.

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La penetrazione dei dispositivi mobile a livello globale può anche essere l’occasione per far sì che il 2015 possa essere ricordato come l’anno in cui più di 1 abitante della Terra su 2 avrà avuto la possibilità di accedere a internet: oggi la penetrazione registrata raggiunge il 42% (lo stesso dato, 12 mesi fa, si assestava sul 35%).

È piuttosto scontato sottolineare come tutti i numeri che offrono una panoramica globale non siano equamente distribuiti: basti pensare che la penetrazione internet sfiora il 100% in Islanda o in Bahrain, mentre è inferiore all’1% in Corea del Nord o nel Sud Sudan (l’Italia, con una penetrazione del 60% si assesta ben al di sopra della media globale, ma comunque indietro rispetto ad altri paesi europei, come UK, Germania, Francia o Spagna).

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Chi accede a internet, lo fa mediamente per 4 ore e 25 minuti ogni giorno. Questo dato è fortemente condizionato dagli utenti asiatici: secondo quanto riportato da Global Web Index, l’utente internet medio nelle Filippine trascorre online più di 6 ore al giorno, e tailandesi, indonesiani e malesiani per più di 5 ore.

I social media hanno un impatto sempre più determinante sia nel modo in cui le persone accedono a informazioni e contenuti in generale, sia a livello più ampio

Il tempo che viene trascorso interagendo su diverse piattaforme è sempre maggiore, proprio per le possibilità di connessione offerte dai dispositivi mobile. Come detto, 4 ore e e 25 minuti online ogni giorno: più della metà di questo tempo è dedicato alla navigazione in piattaforme social (in Argentina e nelle Filippine sono addirittura 4 ore al giorno quelle dedicate al social networking, mentre a livello globale il dato registrato è di 2 ore e 25 minuti).

Facebook continua a rappresentare la piattaforma più diffusa e utilizzata, con 1.36 miliardi di utenti attivi a Gennaio 2015 (e 1.1 miliardi – 83% sul totale – che accedono da dispositivi mobile), ma realtà come Qzone (con più di 629 milioni di account attivi) o VKontakte (100 milioni di utenti attivi – di cui 2 su 3 provenienti dalla Russia) rappresentano luoghi di conversazione fondamentali per mercati locali (come quello cinese, o quello russo, appunto).

I servizi di instant messaging continuano a registrare tassi di crescita davvero incredibili, con WhatsApp, WeChat, Facebook Messenger e Viber che – durante lo scorso anno – hanno visto la loro user base aumentare di più di 100 milioni di utenti mensili: nella TOP5 delle piattaforme social – per numero di utenti attivi – 3 sono servizi di questo tipo.

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L’ultimo “capitolo” trattato dal report a livello globale è quello relativo al mobile commerce, e il dato più sorprendente riguarda gli abitanti della Corea del Sud: il 37% della popolazione ha acquistato qualcosa online, da mobile, durante l’ultimo mese. Il dato è interessante anche in Cina, dove i mobile shoppers sono stati il 27% negli ultimi 30 giorni, a dimostrazione di come la diffusione di smartphone stia avendo un impatto davvero determinante anche nei processi di acquisto delle persone, che hanno ora accesso a panieri di scelta molto più ampi all’interno di cui scegliere.

Potete approfondire tutti i dati, osservando la situazione dettagliata per Paese, scaricando e sfogliando il report completo ma prima di farlo, una brevissima panoramica sull’Italia: 6 persone su 10 accedono a internet regolarmente, e il 46% degli italiani lo fa per utilizzare social media (22 milioni sono gli account social attivi da mobile).

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Gli italiani spendono sempre più tempo online dal proprio smartphone, e sempre di meno da desktop: l’anno scorso passavamo – mediamente – 1 ora e 59 minuti su internet da mobile, oggi lo stesso dato supera le 2 ore e 12 minuti (mentre, da desktop, il dato dello scorso anno era di 4 ore e 42 minuti al giorno, mentre oggi è di 4 ore e 28 minuti).

1 italiano su 4 usa regolarmente WhatsApp, rendendolo – di fatto – la piattaforma più usata nel nostro paese, superando così Facebook (utilizzato dal 24% della popolazione).

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Questo studio offre un’ottima panoramica su come stanno cambiando rapidamente modi e tempi relativi a conversazioni tra le persone, e rapporto tra individui e marche o istituzioni. Il 2015 sarà, molto probabilmente, l’anno in cui le applicazioni di instant messaging supereranno le maggiori piattaforme social per numero di utenti attivi, ridefinendo – ancora una volta – il modo in cui gli individui interagiranno tra loro: questo non significa che tutto si sposterà in una sfera più personale, completamente privata, ma semplicemente che sta mutando il modo in cui le informazioni e i contenuti vengono distribuiti su più livelli.

Sarà interessante osservare quanto veloce – e quanto profonda – sarà quest’evoluzione, e quanti soggetti (intesi come brand, istituzioni e altri attori in gioco) saranno così abili da abbracciare il cambiamento, vivendolo in prima persona.

LUCA DELLA DORA*

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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