Basta un treno per cambiare la vita di un bambino a Londra

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Da sempre le mappe e la rappresentazione del territorio, sono state oggetto di riflessioni (e di diatribe, vedi il contrasto tra geografia borghese e geografia aristocratico-feudale) sulla capacità di evidenziare aspetti economici e sociali e disparità tra vari mondi, anche all’interno di uno stesso territori. Nel tentativo di rappresentare le reali proporzioni tra le superfici dei continenti, il cartografo tedesco Arno Peters emancipò attraverso le dimensioni e i colori, paesi colonizzati dai paesi colonizzatori.

Franco Farinelli, geografo italiano, ricorda che nell’Ottocento, la mappa muta fu una vittoria della borghesia sull’aristocrazia: non riportavano nomi e, in apparenza, non portavano nessun riferimento politico o di potere. Oggi, la Rete, offre l’opportunità di rappresentare le disuguaglianze all’interno di una città, “di stazione in stazione” (cit.

Fossati).

Si chiama Lives on the line ed è una mappa delle linee della metropolitana che racconta Londra con due statistiche fondamentali: l’aspettativa di vita e la povertà infantile (l’indice IDACI – Income Deprivation Affecting Children Index). Confrontando i due indici si ha un quadro di come, senza i margini per una aspirazione all’ascesa sociale, le sorti dei bambini che vivono nelle zone più povere di Londra potrebbero essere già segnate.

L’aspettativa di vita di chi vive a Star Lane è oltre venti anni inferiore di chi vive nei pressi di Oxford Circus. Ma le disparità ci sono anche per distanze più brevi: la mappa evidenzia anche le differenze che ci sono sulle due rive del Tamigi, tra Pimlico e Vauxhall, o tra Lancaster Gate e Mile End.

Nel progettare questa mappa era mia intenzione sottolineare le disuguaglianze persistenti lungo le strade percorse da milioni di londinesi ogni giorno. Spero che sia un altro modo di comunicare le disparità in questo periodo di incertezza economica”, dice James Chashire di spatialanalysis.co.uk, autore della mappa e docente presso il Centro di Analisi Spaziale Avanzata a Londra.

Come ricordano anche Benjamin Henning e Danny Dorling su londonmapper.org, Londra è stata, da sempre, la città che attirava le aspirazioni di persone provenienti da tutto il mondo. Nel 1350 un ragazzo nato nel Glouchestershire, di nome Richard Whittington, andò a Londra come apprendista, divenne maestro artigiano e poi, una volta ricco, divenne sindaco di Londra. Povertà infantile, educazione, disoccupazione dei genitori: sono le principali cause delle disparità nella città olimpica.

Lives on the line potrebbe essere un progetto da approntare nelle regioni e nelle metropoli italiane. Sarebbe interessante approntarlo per i centri colpiti da calamità naturali, come a L’Aquila, dove il terremoto ha provocato una dispersione scolastica spaventosa e dove sarebbe interessante andare a vedere che fine hanno fatto i bambini. E sarà interessante trovare/creare indicatori e mappature di questo tipo anche per i tanti centri dell’Emilia e della Lombardia colpiti dall’ultimo terremoto.

Per avere il massimo dell’utilità ogni carta o ogni linguaggio devono avere una struttura simile a quella del mondo empirico”. Lo scrisse Alfred Korzybski (filosofo e matematico polacco) nel secolo scorso. Alla luce di quanto rappresentato da Lives on the Line o, nel caso del terremoto in Emilia, Protezione Civica, come rispondereste alla domanda di Franco Farinelli: la Rete è la mappa? E la mappa è la Rete?

Roma, 29 luglio 2012ANDREA CARDONI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it
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