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Apple multata di 98 milioni di euro dall’Antitrust italiano: ecco perché

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto a Apple una sanzione di 98 milioni di euro per pratiche commerciali sleali nel settore delle applicazioni.

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Di recente, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha emesso una multa di 98.635.416 euro nei confronti di Apple. Questa decisione segna un importante passo nel contrasto alle pratiche scorrette nel settore tecnologico. La sanzione è stata imposta non solo alla casa madre, Apple Inc., ma anche a due sue controllate, Apple Distribution International Ltd e Apple Italia S.r.l. L’oggetto della controversia riguarda l’uso della funzione App Tracking Transparency (ATT), introdotta da Apple nel 2025, che ha reso obbligatorio per le app di terze parti richiedere il consenso degli utenti per il tracciamento dei loro dati.

Il contesto della sanzione

La decisione dell’AGCM si colloca all’interno di un quadro più ampio di indagini riguardanti le pratiche commerciali di Apple.

L’Autorità ha accertato che l’azienda ha abusato della propria posizione dominante nel mercato delle piattaforme per la distribuzione di applicazioni relative al sistema operativo iOS. A differenza della piattaforma Android, che offre diverse opzioni di store alternativi, gli utenti di iPhone e iPad sono obbligati a utilizzare esclusivamente l’App Store, conferendo ad Apple un potere quasi monopolistico.

Le implicazioni dell’app tracking transparency

La funzione App Tracking Transparency (ATT), pur essendo presentata come una misura a favore della privacy degli utenti, ha suscitato interrogativi riguardo alla sua applicazione. Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), Apple impone regole più severe per gli sviluppatori di app di terze parti rispetto a quelle applicate alle proprie applicazioni.

Questo comportamento, secondo l’AGCM, ha creato un ambiente di concorrenza sfavorevole a chi non è parte dell’ecosistema Apple.

Per gli sviluppatori di app gratuite, il tracciamento degli utenti rappresenta un elemento cruciale per la monetizzazione attraverso la pubblicità. Tuttavia, il nuovo meccanismo di App Tracking Transparency (ATT) richiede che gli utenti forniscano il consenso in due fasi: inizialmente tramite un popup di Apple e successivamente attraverso le piattaforme di gestione del consenso. Questa duplicazione del consenso ha generato confusione tra gli utenti, che si mostrano sempre più riluttanti ad accettare. Di conseguenza, molti sviluppatori hanno registrato una diminuzione dei ricavi pubblicitari, poiché la probabilità di ottenere un consenso positivo si riduce drasticamente con due richieste distinte.

Le reazioni di Apple e le conseguenze future

In risposta alla sanzione, Apple ha espresso il proprio disaccordo con la decisione dell’AGCM. L’azienda ha sostenuto di aver implementato l’ATT per garantire una maggiore protezione della privacy degli utenti. Apple ha dichiarato che le regole sono state accolte favorevolmente da molti utenti e hanno ricevuto il supporto di esperti in materia di privacy. Tuttavia, l’AGCM ha sottolineato che le condizioni imposte dalla policy ATT risultano unilaterali e non proporzionate, arrecando danno ai partner commerciali di Apple.

Un’analisi comparativa con altre sanzioni europee

Questa decisione segue una serie di interventi da parte di altre autorità antitrust europee. In Francia, ad esempio, Apple ha subito una multa di 150 milioni di euro per motivi simili. In Germania, il Bundeskartellamt ha avviato un’indagine riguardante l’ATT, accusando Apple di abuso di potere di mercato.

Questi sviluppi indicano un crescente scrutinio delle pratiche di Apple da parte delle autorità di regolamentazione in tutta Europa.

La sanzione italiana rappresenta un segnale forte per il settore tecnologico, evidenziando la necessità di un equilibrio tra la protezione della privacy degli utenti e la salvaguardia della concorrenza leale tra le aziende. Con la crescente attenzione delle autorità, è probabile che Apple e altre grandi piattaforme digitali dovranno rivedere le loro politiche per evitare ulteriori provvedimenti sanzionatori.

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Scritto da Staff

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