Recenti rivelazioni hanno messo in luce una situazione imbarazzante per due dei leader del settore tecnologico: Apple e Google. Entrambe le aziende, famose per il loro impegno nel garantire un ecosistema digitale sicuro, si trovano ora nel mirino per aver ospitato applicazioni legate a società sanzionate dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.
Un’indagine condotta dal Tech Transparency Project, un’organizzazione no-profit dedicata al monitoraggio della tecnologia, ha portato alla luce ben 70 app nei rispettivi store, di cui 52 su App Store e 18 su Play Store, associate a entità incluse nella lista degli Specially Designated Nationals (SDN), una categorizzazione che impedisce qualsiasi interazione commerciale con le aziende citate.
Il contesto delle sanzioni
La lista SDN è uno strumento utilizzato dal governo degli Stati Uniti per bloccare le transazioni con entità ritenute pericolose o coinvolte in attività illecite.
Tra le app identificate, vi sono collegamenti a istituti finanziari russi, come Gazprombank, accusati di sostenere l’invasione dell’Ucraina. Altre applicazioni appartengono a organizzazioni cinesi come la Xinjiang Production and Construction Corps, nota per le sue violazioni dei diritti umani nei confronti della minoranza uigura.
Le modalità di elusione dei controlli
Le aziende coinvolte hanno utilizzato tecniche per evitare i controlli di sicurezza delle piattaforme. Alcuni sviluppatori hanno impiegato nomi variati o riferimenti parziali per mascherare la loro identità, riuscendo così a eludere i sistemi di filtraggio delle due Big Tech. In un caso, un’applicazione era gestita da una società collegata a un presunto narcotrafficante lituano.
Le reazioni di Apple e Google
In seguito alla pubblicazione del rapporto, le risposte di Apple e Google sono state distinte.
Google ha agito rapidamente, rimuovendo tutte le applicazioni segnalate, tranne una. Al contrario, Apple ha eliminato 35 delle 52 app interessate, ma ha contestato alcune delle segnalazioni, sostenendo che non tutte violassero le normative vigenti.
Questa situazione è particolarmente delicata per Apple, che aveva già affrontato un caso simile, quando era stata multata per non aver riconosciuto varianti nei nomi delle entità sanzionate. Il Dipartimento del Tesoro statunitense aveva potuto infliggere una multa di oltre 70 milioni di dollari, ma si era deciso per un accordo che prevedeva un pagamento ridotto a meno di un milione, in cambio di promesse di miglioramento nei processi di revisione delle app.
Le implicazioni future
Le ripercussioni di queste violazioni potrebbero essere significative per Apple, poiché la recidiva suggerisce che i miglioramenti promessi in passato potrebbero non essere stati implementati efficacemente.
Gli esperti legali avvertono che questa situazione potrebbe non solo comportare nuove sanzioni, ma potrebbe anche danneggiare gravemente la reputazione dell’App Store, che per anni ha giustificato i suoi rigorosi controlli come garanzia di sicurezza per gli utenti.
In un momento in cui le autorità antitrust stanno esaminando con attenzione il potere di mercato delle piattaforme digitali, il fatto che istituti finanziari russi e organizzazioni paramilitari cinesi abbiano potuto operare nei loro store rappresenta un duro colpo alla narrativa di sicurezza e integrità che Apple e Google hanno costruito nel tempo.
In conclusione, la questione delle app sanzionate è un campanello d’allarme per le due aziende, che dovranno rivedere le loro procedure di controllo per evitare ulteriori imbarazzi e per garantire che la loro piattaforma rimanga un ambiente sicuro per tutti gli utenti.
