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Aggiornamenti di Google sulla Richiesta di Consenso per i Dati in Italia: Cosa Devi Sapere

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha obbligato Google a rivedere le procedure di acquisizione del consenso per il trattamento dei dati personali in Italia, garantendo maggiore trasparenza e tutela dei diritti degli utenti.

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Un’importante svolta ha avuto luogo nel panorama digitale italiano: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, comunemente nota come Agcm, ha recentemente chiuso un procedimento contro Google riguardante la modalità con cui l’azienda richiede il consenso degli utenti per l’utilizzo dei loro dati personali. Questa modifica si inserisce nel contesto del Digital Markets Act (Dma), una legge europea introdotta nel marzo del 2025, che impone regole più severe per le piattaforme digitali. Le nuove disposizioni mirano a garantire maggiore trasparenza e rispetto della privacy degli utenti.

I fatti

Il caso è emerso in seguito alla richiesta di Google di ottenere il permesso di combinare informazioni personali provenienti da diversi servizi, come Search, YouTube e Play Store. Tuttavia, l’Agcm ha rilevato che la presentazione di tale richiesta non era sufficientemente chiara.

Ambiguità nella richiesta di consenso

La schermata che appariva agli utenti al momento dell’accesso al proprio account Google conteneva una formulazione generica che parlava di “collegamento di servizi” senza specificare che ciò significava consentire a Google di utilizzare i dati raccolti su un servizio anche su un altro. Questo ha sollevato preoccupazioni riguardo alla trasparenza della comunicazione.

Inoltre, non veniva menzionata la legge europea che imponeva tale richiesta, creando ulteriori dubbi sulla legittimità della pratica adottata da Google. Un altro problema emerso riguardava la modalità di selezione delle opzioni: il pulsante per le “Altre opzioni” era meno visibile e la formulazione “Seleziona tutto” non chiariva le possibilità di personalizzazione del consenso.

Pressioni sugli utenti e modifiche necessarie

Oltre alla mancanza di chiarezza, l’Agcm ha evidenziato anche il modo in cui Google esercitava pressione sui propri utenti.

Infatti, chi desiderava utilizzare il motore di ricerca si trovava bloccato dalla schermata di consenso e non poteva effettuare ricerche fino a quando non sceglieva una delle opzioni disponibili.

Strategie di modifica da parte di Google

Google ha tentato di giustificare queste pressioni, affermando che le funzioni principali dei servizi sarebbero rimaste disponibili anche senza il collegamento. Tuttavia, questo non ha placato le preoccupazioni espresse dall’Agcm, che ha continuato a lavorare per garantire che i diritti dei consumatori fossero rispettati.

Successivamente, Google ha presentato delle modifiche alle sue pratiche, a partire dal 7 ottobre 2025, e ha continuato a migliorare la proposta fino alla versione definitiva presentata il 1° ottobre 2025. Le nuove misure proposte includono una comunicazione più chiara riguardo al trattamento dei dati personali, specificando che i dati possono essere condivisi tra i vari servizi e fornendo un link diretto alla legge che richiede il consenso.

Il futuro della privacy digitale in Italia

Le modifiche apportate da Google sono state accolte con favore dall’Agcm, che ha ritenuto sufficienti le nuove pratiche per chiudere il procedimento senza dichiarare una violazione formale. Google, inoltre, si impegnerà a inviare comunicazioni a tutti gli utenti italiani riguardo alle nuove modalità di richiesta del consenso, assicurando che anche coloro che avevano già espresso una preferenza siano informati delle modifiche.

Il percorso di Google in questo contesto rappresenta un passo significativo verso una maggiore protezione della privacy degli utenti, evidenziando l’importanza di una comunicazione chiara e trasparente nell’era digitale. Le aziende devono adattarsi a normative sempre più rigorose, e la collaborazione con le autorità competenti è fondamentale per garantire il rispetto dei diritti dei consumatori.

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Scritto da Staff

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