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AGCOM e Google uniscono le forze per combattere la pirateria online nel 2025

AGCOM e Google avviano una collaborazione per contrastare la pirateria online.

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Immagina un mondo in cui i tuoi contenuti preferiti siano sempre accessibili, senza il timore di violazioni e sfruttamenti. Negli ultimi anni, la pirateria online ha rappresentato una sfida significativa per l’industria dei media e per i diritti d’autore. Durante un evento a Parma, è stata annunciata una collaborazione tra l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e Google, un passo importante verso la lotta contro lo streaming pirata. Questa iniziativa segna un cambiamento fondamentale nell’approccio alla tutela dei diritti d’autore nell’era digitale.

Un’alleanza strategica per il futuro

Benedetta Liberatore, responsabile della direzione servizi digitali di AGCOM, ha condiviso la visione dietro questa collaborazione. Google, sebbene non sia iscritta a Piracy Shield, dimostra la sua volontà di rispettare le normative in vigore, in particolare la legge n.

93 del 14 luglio 2023. Questo accordo implica un impegno reciproco per bloccare la diffusione di contenuti pirata, un obiettivo ambizioso ma necessario in un contesto in cui il valore della proprietà intellettuale è costantemente minacciato.

Piracy Shield: il cuore della collaborazione

La piattaforma Piracy Shield, attiva da febbraio 2024, rappresenta un ponte tra i titolari dei diritti, come DAZN e Sky, e i fornitori di servizi internet. Il meccanismo è semplice ma efficace: i provider sono tenuti a bloccare l’accesso ai siti pirata entro 30 minuti dalla segnalazione. Questo è un aspetto cruciale, che sottolinea come la tecnologia possa essere utilizzata come strumento di protezione e giustizia nel mondo digitale. Durante una recente sperimentazione, la piattaforma ha dimostrato la sua efficienza con la segnalazione di partite della Serie A.

Un successo condiviso

Il test effettuato durante le partite Napoli-Cagliari e Como-Inter ha confermato il potenziale di Piracy Shield. Sebbene le segnalazioni non siano state inviate direttamente a Google, gli ordini di blocco sono stati efficacemente gestiti dall’AGCOM, che ha “girato” le richieste all’azienda californiana. Google ha quindi provveduto a effettuare il blocco attraverso i DNS pubblici, dimostrando la sua capacità di rispondere rapidamente a queste esigenze. Nonostante l’assenza di dettagli tecnici nel comunicato stampa, è chiaro che questo esperimento ha portato risultati positivi.

Un futuro di collaborazione

AGCOM auspica che questa collaborazione diventi un modello replicabile, coinvolgendo tutti i provider, dai motori di ricerca alle VPN. La speranza è che, unendo forze e risorse, si possa creare un ambiente digitale più sicuro e rispettoso dei diritti d’autore.

Fino ad oggi, sono stati bloccati oltre 44.602 FQDN e 10.902 indirizzi IP, un chiaro segnale che la lotta contro la pirateria sta diventando una priorità condivisa.

Un passo verso la sostenibilità

Questa iniziativa non è solo una questione di legalità, ma anche di sostenibilità culturale. La protezione dei contenuti digitali è essenziale per garantire che gli artisti, i produttori e le piattaforme possano continuare a operare e a innovare. Ogni passo verso la riduzione della pirateria è un passo verso un futuro in cui la creatività e l’innovazione possono prosperare, senza il peso dell’illegalità.

In conclusione, la collaborazione tra AGCOM e Google rappresenta un’opportunità straordinaria. È il momento di riflettere su come ognuno di noi possa contribuire a un futuro in cui il valore della creatività venga riconosciuto e tutelato. Insieme, possiamo costruire un mondo digitale più etico e responsabile.

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Scritto da Staff

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