Recentemente, il Consiglio Ambiente dell’Unione Europea ha raggiunto un accordo significativo riguardante gli obiettivi climatici per il 2040, puntando a una riduzione del 90% delle emissioni di anidride carbonica. Questo risultato è stato il frutto di un intenso negoziato che ha richiesto quasi un’intera giornata di discussioni tra i rappresentanti dei vari Stati membri, evidenziando le divergenze tra le nazioni favorevoli a maggiore flessibilità e quelle che sostenevano un approccio più rigoroso.
Il compromesso raggiunto
Il consenso è stato ottenuto con un voto a maggioranza, mentre alcuni paesi come Slovacchia, Ungheria e Polonia hanno espresso la loro contrarietà. Inoltre, Belgio e Bulgaria si sono astenuti, il che, secondo le regole di voto dell’UE, equivale a un voto negativo. Tuttavia, è stata accettata la richiesta di diversi Stati, tra cui l’Italia, di aumentare la flessibilità per raggiungere il target stabilito per il 2040.
Inizialmente, la Commissione Europea aveva proposto che il 3% della riduzione fosse ottenuto attraverso crediti internazionali. Dopo lunghe trattative, questa soglia è stata innalzata al 5%.
Le modifiche significative
Il nuovo accordo prevede anche il rinvio al 2028 dell’implementazione del sistema di scambio di quote di emissione ETS 2, una delle misure chiave per il monitoraggio delle emissioni nel settore dei trasporti e degli edifici. Inoltre, è stato finalmente riconosciuto il ruolo dei biocarburanti, una richiesta costante da parte del governo italiano. Per garantire un monitoraggio efficace, è prevista una clausola di revisione biennale, che permetterà di valutare i progressi e, se necessario, di adeguare i target.
Contributo globale e impegni futuri
Oltre agli obiettivi per il 2040, l’accordo ha incluso anche il contributo determinato a livello nazionale (NDC) per il 2035, il quale dovrà essere compreso tra il 66,25% e il 72,5% rispetto ai livelli del 1990, in linea con gli impegni presi durante la Cop30 di Belém in Brasile.
Questo rappresenta un passo importante per l’Unione Europea nella sua strategia globale di lotta contro il cambiamento climatico.
Reazioni e prospettive
Il ministro italiano per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha elogiato l’accordo, sottolineando come molte delle richieste italiane siano state accolte. Ha dichiarato: “Questa intesa riconosce le istanze che abbiamo portato avanti, inclusi i biocarburanti e l’aumento dei crediti di carbonio internazionali”. La soddisfazione per l’intesa è condivisa anche da vari altri Stati membri, che vedono in questo accordo una base solida per i futuri negoziati con il Parlamento Europeo.
Critiche e sfide future
Tuttavia, non mancano le critiche. Molti esperti e attivisti ambientali hanno messo in discussione l’efficacia di questo accordo, definendolo troppo flessibile e poco ambizioso.
Secondo Luca Bergamaschi, direttore del think tank Ecco, le concessioni fatte ai paesi scettici hanno indebolito la credibilità degli obiettivi climatici. Anche il WWF ha denunciato il rischio di un gioco di prestigio che potrebbe portare a un abbassamento effettivo degli obiettivi di riduzione delle emissioni.
L’accordo raggiunto rappresenta una tappa fondamentale nella lotta dell’Unione Europea contro il cambiamento climatico, ma il futuro della transizione ecologica rimane incerto, con sfide significative da affrontare nei prossimi anni.

