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10 trend che cambieranno il social media marketing nel 2014

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Ogni anno il panorama dei social media muta, offrendo nuove sfide interpretative agli studiosi e mettendo in crisi le certezze degli uomini e delle donne di marketing. L’anno appena iniziato potrebbe portare mutamenti, qui descritti, che richiederanno azioni non prorogabili da parte delle aziende.

I social media non sono più un “campo giochi”, ma sono ormai ambienti relazionali maturi, sempre meno isolati, in grado di incidere sulle performance aziendali. Ecco perché conviene, fin da ora, prendere coscienza di quali potrebbero essere i cambiamenti del social media marketing nel 2014.

1) Brand come editori: catturare l’attenzione delle persone sarà sempre più difficile, anche a causa degli algoritmi che governano la visibilità degli oggetti sociali. Ecco perché produrre contenuti di qualità non può essere un’attività da fare saltuariamente, in occasione di specifiche campagne.

Le aziende dovranno pensarsi come veri e propri editori, come dimostrano i casi di successo di RedBull o Coca Cola, che ha trasformato il sito in un magazine;

2) Real time: i contenuti di qualità potrebbero non bastare. Una nuova capacità che i marketer dovranno acquisire è quella di inserirsi velocemente nel flusso informativo nel quale siamo immersi. Oggi si può fare padroneggiando gli strumenti di monitoraggio delle conversazioni per metterli a servizio della creatività e della capacità di comunicazione. L’emblema di questo modus operandi è Oreo, che ha sfruttato il black out durante il Super Bowl per pubblicare un tweet a tema.

3) Advertising: la pubblicità invaderà i social media. Il buon marketer si distinguerà dagli altri perché riuscirà ad utilizzarla, senza considerarla un corpo estraneo, per veicolare al meglio contenuti di qualità, ma senza infastidire il proprio pubblico di riferimento.

Il 2014 sarà anche l’anno in cui appariranno nuovi formati, come i +Post Ads in grado di prendere un contenuto nato nei social network e usarlo come elemento di engagement anche nel web aperto;

4) Instant Messaging: le applicazioni nate per dare la possibilità di scambiare messaggi in tempo reale sono già entrate nella routine di milioni di persone. Assisteremo ad una guerra tra Whatsapp, WeChat, Snapchat, iMessage, Facebook Messenger, Google+ Messenger, che porterà ad un consolidamento, ma anche ad una maturazione. Alla chat privata si affiancherà uno spazio pubblico, che offrirà alle imprese nuove possibilità di “parlare” alla propria audience di riferimento. Inoltre queste app diventeranno delle vere e proprie piattaforme di e-commerce, che le aziende potranno usare per promuovere contenuti brandizzati (stickers, applicazioni, giochi);

5) Social caring: non basta più essere presenti sui social media pubblicando contenuti, seppur utili e divertenti.

Le persone sempre più spesso utilizzano questi spazi per rivolgere domande e chiedere assistenza. È fondamentale farsi trovare preparati per dare risposte tempestive ed esaustive. Solo così si eviterà la perdita del cliente ed eventuali ripercussioni sulla reputazione aziendale. È un’opportunità alla quale prepararsi con processi ben progettati e risorse competenti (come già fanno alcuni brand italiani);

6) Social + SEO: le tecniche tese a dare maggior visibilità ai contenuti prodotti non potranno non tener conto della capacità dell’azienda di comunicare efficacemente sui social media. In tal ottica quest’anno bisognerà iniziare a studiare con attenzione Google+, il social layer di Big G, che conta oltre 400 milioni di utenti attivi al mese in tutto il mondo e che in qualche misura influisce sui risultati del motore più usato.

7) Mobile: l’utilizzo dei dispositivi mobili, smartphone, tablet e presto smartwatch, sta crescendo in maniera impressionante. Gartner prevede che quest’anno verranno commercializzati 2,5 miliardi si computer, 1,9 dei quali dispositivi mobili. È ormai impensabile impostare una stategia di marketing senza pensare all’esperienza vissuta in mobilità. Avere un sito responsive non basta, bisogna anche pensare a contenuti che siano adatti ad essere fruiti e condivisi ovunque ci si trovi, come ad esempio quelli visivi.

8) Geolocation: soprattutto per i brand che hanno dei punti di contatto dislocati sul territorio sarà fondamentale prevedere una strategia di Geo Marketing. Al momento lo si può fare sfruttando Foursquare e Google+ Local. È probabile che nei prossimi mesi le piattaforme offriranno contenuti personalizzati, in modalità push o pull, sulla base del luogo nel quale si trova l’utente in un certo momento (i primi esperimenti sono appena stati proposti da Foursquare).

9) Social commerce: il commercio elettronico sta cambiando, seguendo le nuove abitudini di fruizione della rete. E’ tempo di comprendere che il compratore non guarda più soltanto al prezzo, ma anche al lato sociale dell’esperienza d’acquisto. Molti i modi per andare incontro a questa esigenza. Per un’approfondimento consiglio il nuovo libro di Gianluca Diegoli.

10) Social TV: l’abitudine delle persone di commentare le trasmissioni televisive in rete è destinata a crescere. Oggi questi pensieri sono visibili soprattutto su Twitter, ma quest’anno lo saranno anche su Facebook (i recenti annunci di nuove API e dei trending topic vanno in questa direzione). Ma la social tv non è interessante solo per i broadcaster. Anche i brand potranno averne dei vantaggi se sapranno intercettare questi flussi di conversazione per dare visibilità alla propria offerta;

Chiaramente queste attività, qui soltanto accennate, dovranno essere valutate attentamente nel contesto di un piano di marketing globale, che non tralasci la misurazione, anche competitiva, già discussa in precedenza. Solo così si potrà evitare di rincorre l’ultima moda e rischiare di sprecare risorse preziose.

Vincenzo Cosenza

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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